Magenta, la Nona Sinfonia di Mahler entusiasma il pubblico del Lirico

La stagione musicale 2024/2025, proposta da Totem, si è avviata sabato sera con un Concerto “coraggioso” - prendiamo in prestito l’aggettivo usato dal M° Bruno Casoni – che ha entusiasmato il pubblico.

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Buona la prima, anche se si è trattato della Nona Sinfonia di Gustav Mahler – nuova orchestrazione di Armin Terzer-, eseguita dalle Orchestre ‘Antonio Vivaldi’ e ‘Città di Magenta’, dirette dal M° Maurizio Agostini.

La stagione musicale 2024/2025, proposta da Totem, si è avviata sabato sera con un Concerto “coraggioso” – prendiamo in prestito l’aggettivo usato dal M° Bruno Casoni – che ha entusiasmato il pubblico.
A proposito di pubblico: quello delle grandi occasioni. Nelle prime file siedono insieme al sindaco Luca Del Gobbo e Signora, il senatore della Repubblica Massimo Garavaglia e Signora, l’onorevole Umberto Maerna e Signora, il citato M° Casoni, l’ing. Eugenio Radice Fossati e Signora, la sindaca di Robecco Fortunata Barni, Gianni Carri presidente di A. C. Magenta, la realtà calcistica di recente insignita del ‘San Martino d’Oro’, assessori e consiglieri di Palazzo Formenti e non solo.

Ma veniamo al Concerto, ché di questo dobbiamo scrivere. La premessa del violoncellista Matteo Vercelloni colpisce: “Non esiste nessun essere umano pronto per la musica che sta per essere suonata”. Il motivo lo spiega commentando la struttura dei quattro movimenti di quella che fu l’ultima opera completata dal compositore boemo, artista che portò il linguaggio romantico a uno sviluppo estremo, aprendo la via alla Musica del Novecento.

“Momenti intimi, esplosioni drammatiche, luci e ombre. La Nona non è solo una sinfonia, ma un’esperienza emotiva, è la voce di un uomo che, al momento di confrontarsi con la fine, riesce ancora a trovare la bellezza del mondo e la regala, un’ultima volta” recitano le note di sala, curate da Totem, l’associazione culturale che ha scelto di dedicare la nuova Stagione al tema del Tempo. “Ogni concerto sarà un’occasione per sperimentare come i compositori, attraverso i secoli, lo abbiano interpretato”, ci dice Antonella Piras.

E il tempo, quello della durata di un concerto che ha visto sul palco 46 musicisti, come è trascorso dentro ciascuno degli spettatori? Bella inutile domanda. Quello di chi scrive è rimasto fermo, sospeso, ha fatto spazio a quello di note dolci, malinconiche, grottesche, incalzanti, disperate, lente, struggenti, solenni. Insomma, non te ne torni a casa come sei arrivato. Un grande musica. Un grande concerto. Un batter di mani che ci sarebbe voluto il cronometro per riferirne l’esatta durata. Un applauso alle luci del Lirico che finalmente si sono riaccese.

Franca Galeazzi

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