Magenta: in memoria della professoressa Luisa Di Bella, che “ha sempre amato i suoi ragazzi”. Uno splendido affresco di Emanuele Torreggiani

E' morta la docente e già Vicepreside agli albori del Liceo Donato Bramante. I funerali lunedì 3 novembre alle 15, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Robecco.

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Pubblichiamo il ricordo della professoressa Luisa Di Bella, morta giovedì sera a Robecco sul Naviglio, di uno dei suoi tantissimi (e riconoscenti) ex alunni, Emanuele Torreggiani. Luisa Di Bella fu docente di Storia dell’Arte e Vicepreside del Liceo ‘Donato Bramante’ negli anni Settanta, i primi dell’istituto magentino. Una carriera- anzi, una vocazione- condivisa con le sorelle Vanna e Tilde. Le parole di Emanuele restituiscono la cifra intellettuale, ma soprattutto umana, di una donna che, per dirla con Indro Montanelli, ‘veniva da lontano’. Un affresco intenso di quegli anni, di quel tempo, è contenuto nel bellissimo ‘Liceo addio. Neve di Capodanno’, edito dalla Memoria del Mondo di Magenta anni addietro.
F.P.

In memoria di Luisa Di Bella

“Ha sempre amato i suoi ragazzi”

Eccolo qui, il titolo compiuto per l’elegia funebre della Professoressa Luisa Di Bella. Salita indubitabilmente al cielo oggi, anno del Signore 2025, pomeriggio del 31 ottobre. Piovvigine. Cielo grigio. Autunno. Eccola lì la ‘nostra’ professoressa: “Ha sempre amato i suoi ragazzi”. Me lo scrive Maddalena Galeazzi. Ma è morta? Sì, Lele. E così, all’alba dei sessantasette anni, i miei , con cinquant’anni di mezzo dall’ultima sua lezione, ed il tutto della vita che c’è stato, mi metto a piangere. Mi sgorgano lacrime copiose. Le lecco a fior di labbra. Prof, grazie.

Voi siete stata, nell’insegnamento e nel comportamento, una Signora. Una Signora. Mamma mia che fortuna averVi incontrato, averVi avuto nella vita. Lo immaginavo sino ad ieri, ed ora lo so. C’è una espressione che, mentre scrivo questa nota, mi affiora dall’apparente oblio del ricordo. Re-cordis, legato al cuore, appunto: legato al cuore, e questa espressione la devo a Voi, Voi che siete stata la Professoressa di Storia dell’Arte, e vicepreside del Liceo Scientifico di Magenta distaccamento di Legnano, e questa espressione, scrivevo, suona testualmente così: visibilis pulcritudo, invisibilis pulcritudinis imago est, la frase è di Ugo di San Vittore. Vi vedo, ora, in quei decenni passati, andati via per sempre, ma non perduti. Giammai perduti. Anzi, sono stati il sigillo della nostra adolescenza sul quale si è costruita la nostra maturità, il nostro esserci ora nel tempo. Ora, ancora ora.

La bellezza visibile è l’immagine della bellezza invisibile. Che frase! Che frase che Voi avete tirato fuori da quello scrigno aureo, l’oro puro abbagliante, che fu il Medio Evo. In quegli anni, nel bailamme di grida e risse e furibonderia, gli anni di piombo, Voi, sovente da sola, avete tenuto saldo il timone della libertà. Della libertà di espressione, della libertà dalla miseria del conformismo dominante. Ora lo so. Voi ci avete amato. Avete amato l’uomo per quello che l’uomo è nella sua nuce, nella dua identità autentica. Quell’essere in costruzione che Voi avevate dinanzi e che avete coltivato come essere libero. Libero. Caspita, che coraggio. Che coraggio! In quegli anni. Sola, quasi sempre. Sola, vestita dall’eleganza del Vostro dire. E dal vostro decidere conseguente. Che grazia, Professoressa. Che forza. Grazie. Ora Voi siete morta. Purtuttavia, come scrive Sant’Agostino, sul palcoscenico della memoria di chi Vi ha conosciuto continuate a vivere.

E così sia. E lo sia anche per il papà di Maddalena Galeazzi, ch’è figura, per me e per noi di quei decenni, incorruttibile, il nostro dottor Gianni ed il di lui nipote acquisito Pierluigi Luchetti, il nostro Piero, anch’egli medico chirurgo, e sia, sia un Pater Ave Gloria per tutti, e lo sia dal cuore che chiamarne uno arrivano tutti e sono presenti. Gente accomunata dall’amore per l’uomo, non dal salario. E così è.
E lo sia sino a quando e spero, e prego clemente Nostro Signore, lo prego ora, di poterVi rivedere Professoressa Luisa Di Bella. E baciarVi la mano. Grazie. Grazie dal profondissimo cuore. Che Dio conservi.

di Emanuele Torreggiani

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