Mattinata di protesta fuori dall’ospedale Fornaroli di Magenta, dove le guardie giurate in servizio, comprese quelle operative al Pronto Soccorso, hanno incrociato le braccia per denunciare gravi criticità nella gestione della sicurezza interna. Lo sciopero, organizzato dal sindacato Flai, ha voluto portare all’attenzione dell’opinione pubblica le condizioni di lavoro considerate insostenibili e il mancato dialogo con la società di sicurezza appaltatrice.
“Volevamo arrivare all’opinione pubblica per far capire cosa accade nella sicurezza dei servizi pubblici centralizzati – ha detto Andrea Orlando, segretario generale Flai – Denunciamo la latitanza della società di sicurezza che opera all’interno dell’ospedale, chiamata a garantire tutela a chi lavora. Questa sicurezza è minata da una carenza strutturale di organico. Non c’è modo di interloquire con l’azienda, che si nega a ogni confronto con il sindacato per introdurre le necessarie migliorie. Per questo ci siamo rivolti a Regione e Stato, che devono vigilare”.
A confermare le difficoltà operative è Luca Pellicani, guardia giurata in servizio al Fornaroli, che racconta una situazione quotidiana sempre più complicata: “Più volte ho portato all’attenzione i nostri problemi. Già dall’appalto iniziale erano evidenti lacune: dispositivi di protezione non forniti, disposizioni di servizio incomplete e corsi obbligatori mai svolti. La direzione sanitaria aveva promesso un raddoppio del personale di vigilanza, ma ad oggi è impossibile che una sola guardia gestisca dieci piani di ospedale. Sono previste 300 telecamere, ma nei punti più critici non ci sono. Domenica scorsa, in pieno giorno, ignoti hanno divelto la macchina del caffè per rubare le monete. Nonostante le nostre segnalazioni, non abbiamo ricevuto alcun aiuto dall’azienda. Anche l’Ats ha riconosciuto molte delle nostre denunce”.
Orlando ha concluso ribadendo la volontà del sindacato di proseguire la mobilitazione: “Non ci fermeremo. Porteremo all’opinione pubblica la necessità che ci sia una vigilanza sugli appalti da parte degli enti preposti. Non è possibile continuare con le gare al ribasso: arriveremo fino al governo per affrontare un tema non più procrastinabile”.





















