Magenta, ex Saffa all’asta: servono 5 milioni di euro

109metri quadrati di area dismessa, all'incanto il 23 ottobre

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“AREA INDUSTRIALE DISMESSA. Ampia area industriale dismessa IN ASTA (ex stabilimento
fiammiferi) costituita da vari edifici tra cui alcuni di valenza storica (ex dogana Austriaca) ed architettonica (come il teatro, la mensa e la chiesa. Prezzo a base d’asta 5.025.009 euro”.

E’ arrivata l’ufficialità: il colosso del settore, Immobiliare.it, ha pubblicato l’annuncio che rende nota ed avvia la pratica per la vendita all’asta dell’area ex Saffa. Parliamo di una superficie enorme, superiore ai 100mila metri quadri (esattamente 109.700), contigua alla porzione boffalorese dell’ex fabbrica di fiammiferi, icona di Magenta, dove da tempo ormai sorge il nuovo stabilimento di Vetropack.

Tramontano quindi per sempre i progetti, forse i sogni, emersi soprattutto negli anni dell’Amministrazione di Marco Invernizzi: “La proposta preliminare del PII riguarda l’area degli insediamenti produttivi dismessi ex Saffa situati nella frazione di Ponte Nuovo a Magenta caratterizzata da un ambiente prevalentemente pianeggiante con avvallamenti solo nei pressi del Naviglio Grande. Il borgo, conosciuto in quanto sede della fabbrica italiana di fiammiferi S.A.F.F.A., sorge su un’area lambita dal Naviglio Grande e sviluppata lungo la SS 11- Padana Superiore. Il progetto riguarda una superficie complessiva di 101.807 mq. L’orientamento del progetto è di realizzare una serie di edifici in linea e a torre da adibire prevalentemente a residenza e a funzioni complementari. È prevista, oltre alla parte più urbana, la realizzazione di una parte più paesaggistica con le case disposte lungo un percorso pedonale e ciclabile. Tale fascia, larga circa 30 m percorsa da una pista ciclabile costituisce la spina del progetto e funge da connettivo tra il verde del lotto d’intervento e la porzione dell’area che confluisce nel Parco del Ticino”.

Una sorta di destinazione mista, come si disse allora, che tuttavia non ebbe mai alcun esito. Al 2017 risale invece l’acquisizione del gigantesco immobile da parte di una società di San Giuliano Milanese:
““Con l’atto firmato la mattina di giovedì 8 giugno FINALPA srl di Daniele Cremonesi ha acquisito dal gruppo Industria e Innovazione il 100% delle quote della società REDIM srl, proprietaria dell’area ex SAFFA di Magenta. Con questo passaggio, la società di San Giuliano Milanese diventa a tutti gli effetti proprietaria del compendio di Ponte Nuovo di Magenta su cui sorge la storica area industriale, oggi dismessa”.

La vendita all’asta dell’ex Saffa è fissata per il 23 ottobre 2024. E sarà determinante, per il futuro di Magenta e di Pontenuovo, capire chi dovesse essere il nuovo proprietario.

COSì PARLO’ SIMONE GELLI
Nello scorso mese di gennaio, a Ticino Notizie, l’assessore all’Urbanistica di Magenta Simone Gelli parò del futuro di questa area strategica per Magenta: “Nella revisione del documento unico di programmazione – spiega l’assessore all’Urbanistica e all’Edilizia privata Simone Gelli – abbiamo fatto una rivalutazione di quell’area tenendo conto che la vecchia previsione Salvaggio non era più attuabile. Lasciarla come area residenziale avrebbe significato non fare più nulla per vent’anni. Chi andrebbe a vivere a pochi metri dallo stabilimento Vetropack?”. Il ragionamento è stato dirottato sulla necessità di fare un mix inserendo una parte di produttivo industriale e parte di commerciale garantendo servizi ad una frazione dove mancano anche quelli essenziali. “Dobbiamo pensare ad uno sviluppo tenendo conto di quello che già esiste, ovvero la Vetropack – continua Gelli – Questo non significa che la Vetropack si possa espandere, ma che quell’area si possa legare all’ambiente circostante garantendo servizi alla frazione”. E’ una situazione complessa, tra la dogana Austriaca e i luoghi di santa Gianna, molto più complessa di quella che insisteva sul territorio di Boffalora per la quale la soluzione è stata trovata. “Dobbiamo cercare di rendere appetibile quell’area, tenendo conto di quello che il mercato chiede”, aggiunge l’assessore”. Adesso non resta che attendere l’esito dell’asta e gli obiettivi per il futuro da parte di chi dovesse acquisire l’immensa porzione di fabbrica dismessa.

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