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Magenta e ‘la fase 2’: dal tavolo per la competitività al tavolo per la ripresa

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MAGENTA – Il Sindaco Chiara Calati ha riunito il primo tavolo di coordinamento tra le parti sociali, i rappresentati delle associazioni di categoria e l’Amministrazione Comunale per pianificare gli interventi necessari per rilanciare il territorio e dare una risposta concreta alla crisi causata dall’epidemia di Covid-19. All’incontro ha partecipato i rappresentanti di Assolombarda, Api, Confcommercio, Confartigianato, Cgil, Cisl, Uil e il consigliere regionale Luca Del Gobbo.

Sono emersi spunti significativi di riflessione e una fotografia della città di Magenta e del suo tessuto economico e sociale determinato da questi mesi di emergenza. Emiliano Masperi, vicepresidente di Confcommercio e Castano Primo, e il Segretario Simone Ganzebi hanno evidenziato che le difficoltà maggiori sono dettate dalla mancanza di liquidità e dalla difficoltà di pagamento degli affitti a fronte di 2 o tre mesi di chiusura. Secondo i dati forniti dall’associazione di categoria 1 commerciante su 5 non riaprirà, mentre 1 su 6 proverà a farlo, ma non è detto che ci riesca e valuterà l’andamento del primo mese di riapertura. Un aiuto concreto per limitare i danni al settore del commercio potrebbe arrivare dall’abbattimento e dalla sospensione di imposte e tributi. Fondamentali anche gli ammortizzatori sociali per le famiglie e i dipendenti.

Assolombarda nella persona del Presidente di zona Umberto Cereghini, sottolinea che la situazione non è certo facile e la cassa integrazione sarà necessaria anche per tutto il prossimo mese. Una nota di positività è data dal fatto che circa un’azienda su 4 continua e ha continuato a lavorare almeno al 15-30% delle proprie potenzialità, con un grado di utilizzo di smart working tra il 12% e il 15%. Le difficoltà arrivano anche dal mercato con consegne e vendite spostate in là nel tempo. Emerge la forte necessità di riaprire al più presto le imprese in grado di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Per API il 60% dei piccoli imprenditori a Magenta non ha mai chiuso, si tratta di quelle imprese con clienti esteri e che hanno avuto una continuità di fornitura e pagamenti. Circa il 50% delle aziende iscritte hanno fatto ricorso all’utilizzo della cassa integrazione, il 20%, soprattutto per gli uffici, ha fatto ricorso allo smartworking. Una delle problematiche principali sollevate da Api è la necessità di far conciliare il lavoro con la vita delle famiglie nelle quali sono presenti anche bambini, suggerendo un’ipotesi di congedo rafforzato.

Confartigianato ha evidenziato la particolare situazione di emergenza vissuta dalle categorie come i parrucchieri, i centri benessere, i centri estetici e tutti i piccoli artigiani, oltre al settore del turismo. Per tutti si pone il problema della mancanza di liquidità in quanto molte di queste piccole imprese sono a conduzione familiare. Il 75% degli artigiani ha fatto ricorso alla cassa integrazione. Complessivamente il ricorso alla cassaintegrazione è stato attuato dal 50% al 75% delle attività.

Le rappresentanze sindacali hanno riportato i dati dell’Altomilanese, dove sono circa 40-45.000 i lavoratori che hanno necessità di accedere agli ammortizzatori sociali. Ci sono circa 2.500 lavoratori somministrati coperti dalla cassaintegrazione e poi ci sono i lavoratori a tempo determinato, gli educatori, i servizi alla persona, gli operatori sociosanitari e sanitari. I protocolli di sicurezza devono essere chiari e immediati.

Il Consigliere Regionale Luca Del Gobbo ha sottolineato l’impegno in Regione per una ‘sburocratizzazione’ delle procedure e per una ripartenza non secondo i codici Ateco, ma in base alla capacità di garantire la sicurezza dei lavoratori.

“Condivido la visione di apertura non secondo i codici Ateco ma sulla base della capacità di riapertura in sicurezza in termini di tutela della salute per gli operatori e per i cittadini. La mancanza di liquidità è indubbiamente il tema più importante su cui riflettere. Per dare una risposta in termini di azioni relative alla fiscalità locale che le categorie ci chiedono è assolutamente necessario avere regole chiare, che dovranno essere contenute nel decreto di maggio (ormai fu decreto di aprile) perché siamo chiamati a dare risposte immediate tenendo conto dei vincoli e delle difficoltà della finanza locale. Abbiamo bisogno anche di protocolli chiari per la riapertura. Ci mettiamo subito al lavoro rispetto a quanto emerso da questo tavolo, per mettere a punto una manovra di equilibrio che abbia l’obiettivo di salvaguardare la sopravvivenza delle nostre attività. Questo è l’inizio del percorso che vedrà il prossimo incontro già nella terza settimana di maggio”, ha affermato il Sindaco Calati.

 

 

 

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