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Magenta e la città che fu: quando andavamo dal ‘Cadinin’….

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MAGENTA –  Il fatto di cronaca che sabato pomeriggio ha colpito l’edificio pericolante all’incrocio tra via Espinasse e via Marconi, ci ha portato istintivamente a riavvolgere il nastro della memoria e a pensare che cos’era e cosa rappresentava quella strada, al di là della stazione per il commercio del quartiere e  i suoi abitanti. Una realtà totalmente diversa da quella attuale che ben si ricorda chi ha vissuto gli anni Ottanta.

Quando all’interno delle nostre comunità il negozio di vicinato aveva ancora un suo significato importante. Un modo distante anni luce, rispetto a quello che si è parato di fronte, sempre sabato pomeriggio, quando, abbiamo percorso il tratto dell’ex Statale 11 all’altezza di Corbetta che assomiglia sempre di più con rispetto parlando a Trezzano sul Naviglio con naturale ingolfo, malgrado la rotonda, per chi arriva da Magenta. 

Ma torniamo alla via Espinasse e, quando, noi poco più che bambini della zona, tra una partita e l’altra a pallone, specie d’estate, andavamo dal ‘Cadinin’ (al secolo Luigi Bertoglio ndr) per un ghiacciolo al limone, piuttosto che per un bicchiere di spuma. Il bar tabacchi in quel periodo era ancora un punto di ritrovo vivace per la zona. C’è chi passava per un caffè al volo, chi per l’acquisto dei valori bollati, ma anche chi si fermava per giocare a carte (specie nel pomeriggio sul retro) piuttosto che per far quattro chiacchiere.

Insomma, il movimento non mancava mai anche perché la via Espinasse era (come del resto lo è oggi), la principale via d’accesso a Magenta, sulla direttrice Nord Sud della città, anche in considerazione del fatto che all’epoca la cosiddetta ‘Stra Ossona (via Dante) non era dotata di sottopassaggio.  Dunque, tante auto e tanta gente che si fermava al volo, approfittando dei parcheggi ‘inventati’  – ma che non hanno mai dato fastidio a nessuno – lungo il primo tratto della via Marconi e che poi si recava in stazione per prendere il treno di corsa. 

Quel rudere già messo in sicurezza o oggi ancor di più, in quanto giudicato, pericolante, è la metafora di un mondo che non esiste più. A proposito, incuriositi, abbiamo indagato sul famoso soprannome di Luigi Bertoglio per tutti al ‘Cadinin’.

Luigi Bertoglio con la moglie Antonietta Riccardi, una vita insieme, scomparsa l’anno scorso

Dopo una ricerca tra le nostre fonti, è emersa un’interpretazione – che anche se non ancora autentica – avrebbe una sua “ratio”. All’ingresso della bottega, come del resto si usava ancora in quegli anni, erano collocate sulla porta come delle catenelle penzolanti, che evidentemente segnalavamo l’arrivo di un nuovo cliente.  Accanto al ‘Cadinin’ la via Espinasse, era un pullulare di attività commerciali. Dall’inossidabile Emilio Bolciaghi, per tutti “Il Salame del Nonno” che ancora adesso, tiene alto il vessillo, con la sua bottega trasformata in ristobottega dal figlio Carlo, quindi, la ‘Marina’ con il suo pane sempre caldo e croccante. 

Nonno Luigi con gli amati nipoti: da sinistra Matteo, Serena e Irene

 

Di fronte l’Agraria Berra poi trasformata in concessionaria d’auto Toyota.  Andando un po’ verso l’esterno della strada, non mancava l’unica pescheria del circondario – (Da Aldo ndr) – così come c’erano negozi di articoli sportivi di prima qualità, il “mitico” Paolo del Colombo Sport, la profumeria estetista della nostra amica Nicoletta Balzarotti ‘Renoir’ adesso trasferitasi in via Manzoni, quindi, la latteria e non mancava neppure un’autofficina del Riccardi Auto. Infine, dulcis in fundo, all’incrocio con la via Cadorna, un altro genio per il commercio magentino, vale a dire il Signor Stoppa, con il suo negozio d’abbigliamento antesignano del Centro Moda Idea Più che avrebbe aperto da lì a qualche anno e che con la sua pubblicità, (i famosi manifesti ‘100 x 70’ ) avrebbe inondato tutta la Statale 11 arrivando fino alla zona Ovest del capoluogo lombardo. Beh, lasciatecelo dire ancora. Era davvero un altro mondo, un bel mondo per chi l’ha vissuto. Oggi sono rimasti i massaggi cinesi, e ben poco altro. Peccato, davvero un gran peccato.

F.V. 

La via Espinasse oggi e nella foto in evidenza Luigi Bertoglio con le sue nipoti Irene e Serena

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