Le cinque dimissioni dal reparto di Ginecologia dell’ospedale Fornaroli stanno destando preoccupazione. L’azienda sta completando i colloqui con le dottoresse interessate, ma ancora non c’è certezza sulle motivazioni che hanno spinto il personale a presentare la lettera di dimissioni.
«Gli incontri stanno continuando al fine di arrivare ad una soluzione adeguata e stabile – riferiscono – La situazione è molto delicata, ma i servizi verranno sempre garantiti”. Si parla di attriti e di un clima di alta tensione in reparto che sarebbe sfociato nelle dimissioni in blocco di cinque dottoresse. Il primario è il dottor Roberto Fogliani arrivato al Fornaroli nel mese di settembre del 2020 dopo un breve interregno di un facente funzioni seguito alla cessazione dell’incarico del dottor Meschia che concluse il suo operato nel 2019. Dalla fine del 2020 si sono verificate una serie di dimissioni, ma si sono raggiunti in contemporanea ottimi risultati con gli oltre mille parti dello scorso anno.
Le dimissioni dello scorso anno sono avvenute per le motivazioni più diverse: dal medico al quale era appena nata la bambina a chi aveva ottenuto l’incarico di primario in altro ospedale. Proprio in seguito alle tre dimissioni dello scorso anno l’azienda ha bandito un concorso per ginecologi sul quale arriveranno a breve i risultati. Ma le 5 dimissioni dell’ultima tornata nessuno se le aspettava, almeno all’esterno del nosocomio. Si parla di attriti che avrebbero reso difficoltoso lavorare nel reparto. Ma l’azienda, al momento, non vuol sbilanciarsi e preferisce procedere con cautela. Sul fatto che sia in atto uno smantellamento del reparto c’è una presa di posizione dura. «Nessuno smantellamento, i servizi continueranno ad essere garantiti», ripete l’azienda. A livello politico il Pd sezione di Magenta è intervenuto sulla questione durante l’ultima conferenza stampa.
Il Fornaroli è un ospedale che un tempo era di eccellenza – ha detto la vice segretaria della sezione locale del Pd Paola Barbaglia – Orma da anni si sta svuotando e questo è un grave campanello d’allarme. E’ un bene che l’amministrazione cerchi una soluzione. Ma il rischio è che una situazione grave come quella che si sta creando in Ginecologia si vada ripercuotere su altri reparti, ostetricia, neonatologia, pediatria. Trasferimenti di medici eccellenti ne abbiamo visti tanti».