MAGENTA Un tempo a Magenta, e bisogna tornare indietro di oltre un secolo, nell’attuale piazza Kennedy sorgeva l’antica chiesa di San Martino. Probabilmente molti (e non solo ragazzi) nemmeno lo sanno, a meno che non abbiano letto libri di storia locale. Era un monumento religioso di grande valore con i suoi 37 metri di lunghezza e 13 di larghezza. Il campanile arrivava fino a 50 metri per circa 9 metri di lato. Per fare un paragone, quello dell’Assunta è di 30 metri circa.
L’antica chiesa di San Martino venne demolita nel 1917 e, tre anni dopo, sparì anche il campanile. Molte delle opere che conteneva vennero trasferite nell’attuale basilica. Forse sarebbe il caso di lasciare un segno di quel passato, vecchio ma importante, della nostra città. “Vorremmo ci fosse una lapide, un cippo che ricordi la prepositurale – afferma Francesco Bigogno, mostrando le cartoline che ritraggono l’edificio (immagini di inizio ‘900) – Quelli erano i tempi in cui i defunti si seppellivano in chiesa e nel sagrato. Pensate che, quando vennero edificati i condomini qua attorno, venero riesumate tante ossa risalenti a quel periodo”. Era un luogo storico al quale i magentini erano affezionati. Quella chiesa ricevette la visita di San Carlo Borromeo e Fedferico Borromeo.
Dietro la chiesa c’erano i due oratori, uno del Santissimo Sacramento e uno del Rosario. Interessanti furono le parole pronunciate, in merito all’antica prepositurale, da Carlo Fontana, primo Sindaco a Magenta nell’Italia Repubblicana. Discorso che pronunciò nel 1946 quando Magenta divenne città: “La chiesa di San Martino, di inestimabile valore, tanto cara a noi con i platani secolari è sparita. Non so ancora spiegarmi il motivo di si deprecabile determinazione…”.
Parole, pronunciate trent’anni dopo la demolizione, che testimoniano una decisa sollevazione popolare dell’epoca. “Non credo sia così difficile trovare uno spazio per ricordare l’antica prepositurale di San Martino nell’attuale piazza Kennedy – conclude Bigogno – simbolo della nostra Magenta, di un tempo ormai remoto”.