Un ipotetico scenario per il futuro (politico) di Magenta
MAGENTA – Letta in filigrana, la contesa dialettica che ha opposto Paolo Razzano a Urbanamente è una delle cose più importanti, politicamente parlando, successe a Magenta dalle elezioni di giugno ad oggi.
Appare del tutto chiaro, coi fatti accaduti dopo la sconfitta del centrosinistra a giugno (inaspettata e rovinosa, specie nelle dimensioni), che la coabitazione tra il civico Invernizzi e il Partito Democratico, e il suo forte apparato, non poteva durare.
La sconfitta ha fatto emergere un dissenso evidente, scoppiato quando in aprile esplose la questione della lista Bastianello-Prato, e perdurato nel corso di una campagna elettorale dove Marco Invernizzi, a nostro avviso, commise errori clamorosi (emblematicamente ‘plastificati’ nella serata di fine maggio col direttore del Museo della Scienza di Milano).
La lista civica ‘con Invernizzi’ è stata la vera sconfitta di giugno: sotto il 5%, senza rappresentanti in Consiglio. In beata solitudine (come spesso accade) qualcuno lo scrisse: il civismo 3.0 non aveva voti e consenso, scrisse Ticino Notizie in aprile, a firma del sottoscritto.
Non è un male assoluto: l’elaborazione intellettuale è CONSUSTANZIALE alla politica. Senza idee, non vai da nessuna parte. Ma neppure senza voti, se scendi nell’agone politico. E gli errori commessi da esponenti vicini ad Urbanamente, in campagna elettorale, furono a nostro avviso marchiani.
L’abbandono di Invernizzi, e le gelide righe di precisazione vergate da Urbanamente in relazione a un nostro pezzo, sanciscono una forse definitiva separazione tra il Pd e quella che a tutti gli effetti può definirsi una ‘costola’ culturale dei Dem (carta canta). Diversità di vedute, di metodo,di prospettive. E di esperienza. Urbanamente da un lato, Pd dall’altro? Sempre di più. E domani, cosa accadrà? Pensate se qualcuno VICINO ad Urbanamente, domani, si mettesse in mente di creare una formazione politica civica, ovviamente nel perimetro del centrosinistra.. A chi guarderebbe? Secondo voi? Secondo noi verso Progetto Magenta e Silvia Minardi, che di certo non ha ancora ben digerito la rottura col Pd.
Questo imporrebbe a Enzo Salvaggio e al partito di elaborare una strategia alternativa, aggregante e non disaggregante.
Ma di una cosa, se fossimo i Dem, staremmo tranquilli. Come dicemmo in tempi NON sospetti, un certo civismo 3.0 ha zero tituli e pochissimi voti. Silvia Minardi ha preso l’11 dei voti, che non è poco, ma come dicemmo noi da mesi è rimasta- rispetto ai roboanti preannunci di campagna elettorale- a zero tituli. E secondo voi cosa fa, la somma di zero tituli a zero tituli?
Fabrizio Provera