Magenta, arresto boss Parrino, parla il suo legale avv. Grittini: “Dimostreremo la sua estraneità”

Difficilmente andrà ai domiciliari, nonostante l'età. L'accusa è di associazione mafiosa per l'uomo che era legato a Matteo Messina Denaro.

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L’arreso di Errante Parrino di Abbiategrasso, avvenuto mentre si era recato all’ospedale di Magenta per curarsi e poi, una volta dimesso, è stato trasferito nel carcere di Opera perché i medici lo hanno giudicato compatibile con la detenzione, è un fatto che ha inferto un duro colpo alla criminalità organizzata. E’ accusato di associazione mafiosa. Si era reso irreperibile, ma lo hanno beccato dopo tre giorni. Parrino, l’uomo collegato a Matteo Messina Denaro. Nonostante i suoi 78 anni difficilmente lo lasceranno andare ai domiciliari, secondo il suo legale, l’avvocato Roberto Grittini.

“In questi giorni – commenta l’avvocato Grittini – ho letto e sentito commenti anche giornalistici che dipingono Errante Parrino quale boss mafioso di caratura. Il passato non si cancella, ma l’attualità ci racconta cose diverse sul suo conto. Purtroppo, anche il sistema giudiziario è caduto nel tranello del preconcetto, non riuscendo a staccarsi dal brocardo einsteiniano “è più facile spezzare un atomo che abbattere un pregiudizio””. Parole che, forse, alle orecchie dell’opinione pubblica suonano difficili da interpretare. Ma il legale fa il suo lavoro e fa suo il principio della presunzione di innocenza che deve valere per chiunque.

“Fortunatamente, – conclude – il processo per dimostrare l’infondatezza dell’accusa rivolta ad Errante non è finito, anzi, non è ancora incominciato. Dimostreremo l’estraneità”.

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