MAGENTA Sono stati distribuiti in questi giorni, a diverse famiglie in difficoltà (il loro numero è in aumento in questi giorni di crisi, ne abbiamo già parlato), alcuni pacchi alimentari che hanno sollevato dubbi. Ci sono giunte alcune segnalazioni che parlavano di alimenti scaduti e così ci siamo informati meglio.
“In realtà – spiega Gabriella Cellamare, presidente della San Vincenzo – gli alimenti recavano la scritta ‘da consumarsi preferibilmente entro’, cosa che non pregiudica la possibilità che gli alimenti possano essere consumati senza alcun problema per la salute”.
Lo stesso Comune di Magenta ha assicurato che tutto si è svolto seguendo le regole, acquisendo i generi alimentari a lunga scadenza forniti dal Banco Alimentare. “Se qualcuno ha trovato roba scaduta, cosa che mi sento di escludere – continua Cellamare – può riportarmela immediatamente e noi ci impegneremo a riacquistarla. Il Banco Alimentare ci fornisce anche un foglio con la scritta ‘da consumarsi preferibilmente’ per ogni alimento’. Inoltre c’è anche la precisazione che se qualche alimento è scaduto, noi ci impegniamo appunto a ricomprarlo”. La San Vincenzo precisa inoltre che l’attività posta in essere dai volontari riguarda situazioni di emergenza. Persone che si trovano in gravissime difficoltà e che faticano a far fronte alle necessità quotidiane, in primis quella alimentare.
Una doverosa considerazione. Lode e onori ai tantissimi volontari che, in questi giorni, stanno dando il massimo durante l’emergenza sanitaria. E che lo hanno sempre fatto, anche ben prima dell’emergenza senza alcun articolo di giornale, foto o video che potesse rendere merito al lavoro insostituibile che svolgono. E’ nostro dovere però metterci nei panni di chiede aiuto ed è quello che facciamo quando svolgiamo il nostro lavoro di cronisti. Non è facile mettersi nei panni di una persona che chiede aiuto perché è in grave difficoltà. Qualcuno, ricevuto un pacco con la scritta ‘da consumarsi preferibilmente entro il primo marzo’ si sarà sentito una nullità e avrà buttato tutto senza nemmeno pensarci. Avrà pensato: “Ma che se la mangiassero loro la pasta da consumarsi preferibilmente entro il primo marzo, ai miei figli non la do di certo”. In questi giorni abbiamo fatto scorta di cibo pensando di averne necessità in tempo di emergenza sanitaria. Magari abbiamo acquistato carrelli di roba nei supermercati e non sappiamo nemmeno più cosa farcene. Quanto costa un chilo di pasta? Un euro quando è in offerta? Se parte degli alimenti che compriamo decidessimo di donarli a chi ne ha bisogno ci sono dei volontari pronti a raccoglierli. Tutti potremmo fare questo gesto, le cose potrebbero migliorare.