MAGENTA – Era stato accusato di concorso in estorsione per un fatto accaduto presso un bar di Boffalora sopra Ticino nel mese di giugno del 2017. Ieri, presso il Tribunale di Milano, I.B. di origini albanesi e residente a Magenta, è stato assolto con formula piena dall’undicesima sezione penale collegiale. “La giustizia – ha commentato il suo legale, l’avvocato Roberto Grittini – ha ritenuto che la sua condotta non dovesse essere ricondotta al gravissimo reato di estorsione posto in essere in quell’occasione”. Ma cosa accadde in quel periodo? Un marcallese di circa 40 anni, tutt’ora sotto processo per quell’episodio, minacciò il collaboratore di una ditta di slot machines con l’intento di farsi restituire i soldi che aveva perso giocando con le macchinette.
La condotta del marcallese, posta in essere dal mese di giugno del 2016 all’anno successivo si concretizzò in minacce molto gravi che indussero la vittima a consegnare 800 euro al ricattatore. Vennero profferite minacce telefoniche e verbali del tipo: “La volta scorsa ti è andata bene, questa volta ti va male”, “adesso cosa dobbiamo fare, me li dai i soldi che ho perso o spacco le macchinette? Ti spacco tutto…Se non mi dai i soldi ti vado a spaccare i vetri della macchina e ti taglio le gomme”. Non mancarono le minacce di morte: “Non preoccuparti che non ti accoltello e le mani non le alzo perché non riesco a picchiarti, quindi ti devo sparare con il fucile a pallettoni”, pronunciate brandendo anche un crick e un coltello a serramanico di grosse dimensioni. All’albanese assolto vennero consegnati duecento euro che girò al marcallese. Cosa che concretizzò un ingiusto profitto con altrui danno e che costò al 47enne residente a Magenta, l’accusa di concorso in estorsione con conseguente rinvio a giudizio disposto dal gup in sede di udienza preliminare nel mese di febbraio di quest’anno.
Soddisfatto per l’assoluzione l’avvocato corbettese Grittini commenta: “Il mio assistito, in realtà, intervenne per evitare problemi ben peggiori. Disse alla vittima di dare i soldi all’altra persona, ma solo per impedire una reazione violenta di quest’ultima che, ricordiamo, in un’occasione era anche munita di crick. La situazione sarebbe potuta degenerare da un momento all’altro, cosa che fortunatamente non è avvenuta”.