L’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, commenta la notizia del voto al Parlamento europeo, che ha approvato la proposta della Commissione di diminuire lo status di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto”.
“Il voto di giovedì 8 maggio – dichiara Beduschi – rappresenta un passo importante verso una gestione più realistica e sostenibile della presenza del lupo. Finalmente si riconosce che non si possono ignorare le difficoltà di chi presidia quotidianamente le nostre montagne e le nostre aree rurali”.
“Come sempre – conclude l’assessore – la nostra linea guida è dettata dalla scienza e non dall’ideologia. La convivenza è possibile solo se supportata da strumenti concreti, basati sui dati, che mettano in sicurezza anche il lavoro degli allevatori e la continuità delle loro attività, senza compromettere l’equilibrio faunistico”.
“Nelle stesse ore in cui il Parlamento Europeo declassa lo status di protezione del lupo da ‘particolarmente protetto’ a ‘protetto’, anche l’Italia e Regione Lombardia devono fare la loro parte ed interrogarsi su come attuare misure efficaci per una corretta gestione dei grandi carnivori, introducendo strumenti di contenimento analoghi a quelli già in uso per altre specie problematiche, come cinghiali e nutrie. Ripeto: contenimento, non sterminio. Ma numeri alla mano, dobbiamo intervenire sapendo anche quanti sono i lupi, dove si trovano, e quali esemplari rappresentano una minaccia concreta”. Così in una nota il consigliere regionale di FdI in Lombardia Giacomo Zamperini.
“Oggi, durante un convegno in Regione Lombardia, abbiamo dato voce a chi, per troppo tempo, non l’ha avuta. Abbiamo ascoltato testimonianze preziose di persone che vivono e lavorano nei territori montani e rurali della Lombardia. Persone che hanno fatto della loro vita una storia meravigliosa, legata all’allevamento, al pastoralismo, al presidio quotidiano dei nostri pascoli e delle nostre montagne. Eppure, troppo spesso si sono sentite isolate ed inascoltate, come fossero dei cittadini di serie B”, ha aggiunto l’esponente di FdI.
“In questi mesi – ha concluso Zamperini – abbiamo ascoltato storie di dedizione, ma anche di crescente difficoltà. Le predazioni da parte dei grandi carnivori, ormai presenti in maniera capillare in tutta la regione, stanno mettendo a rischio attività identitarie e tradizionali, che affondano le radici in secoli di storia e che hanno resistito a mille inverni gelidi. È nostro dovere difenderle, perché rappresentano un valore ambientale, culturale ed economico irrinunciabile”.