È un lunedì di sangue quello che si è consumato oggi in Italia, con una nuova drammatica sequenza di incidenti sul lavoro che hanno provocato quattro vittime e diversi feriti.
A Torino, in via Genova, un operaio di 69 anni, di origini egiziane, ha perso la vita precipitando dal cestello di una gru mentre stava cambiando un cartellone pubblicitario a dodici metri di altezza. L’uomo, caduto intorno alle 7.30 per cause ancora da accertare, è morto sul colpo. Un collega di 70 anni, che si trovava ai piedi della gru, è rimasto ferito e trasportato in stato di shock alle Molinette. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione Lingotto e gli ispettori dello Spresal. La tragedia richiama alla memoria il crollo del 19 dicembre 2021, quando nello stesso tratto di via Genova tre montatori persero la vita precipitando da 40 metri mentre assemblavano una torre edile.
Un altro dramma si è consumato a Riposto, nel Catanese: un operaio di 53 anni è precipitato da un’impalcatura mentre lavorava all’ampliamento di capannoni di una ditta di serramenti per edilizia, morendo sul colpo. Anche in questo caso sono intervenuti i sanitari del 118 e i carabinieri, con lo Spresal e il Nil.
A Monza, in via Mauri, un 48enne è morto all’interno di un’azienda che produce valvole industriali, schiacciato da un macchinario. Inutili i tentativi dei soccorritori: quando l’ambulanza è arrivata, l’uomo era già deceduto.
Infine, a Roma, un operaio è morto schiacciato da un macchinario sulla banchina del Tevere, all’altezza di piazza Trilussa. Sul posto polizia, scientifica e vigili del fuoco. La dinamica è ancora in fase di ricostruzione.
Alle tragedie di questa mattina si aggiungono altri due gravi infortuni: a Monza un operaio di 37 anni è precipitato da un’impalcatura per oltre dieci metri, mentre a Monfalcone un 45enne è stato investito da un muletto guidato da un collega in retromarcia.
«A pochi giorni dal secondo anniversario della strage di Brandizzo, ci troviamo di fronte all’ennesimo lunedì che somiglia a troppi altri: 3 morti e 3 feriti. Una strage silenziosa e quotidiana, che colpisce famiglie, colleghi e l’intera società», ha commentato il presidente nazionale di Anmil, Antonio Di Bella. «Non possiamo più accettare che il dolore e l’indignazione si ripetano ogni giorno senza un cambiamento concreto. Nei primi sette mesi del 2025 – ha aggiunto – l’Inail ha registrato 607 morti sul lavoro, con un aumento del 5,2% rispetto all’anno precedente. Le denunce di infortunio hanno già raggiunto quota 349.444, mentre le malattie professionali sono cresciute del 9,9%, arrivando a 59.857 denunce».