Luke Grimes – “Pain Pills or Pews” (EP) (2023) by Trex Roads

"Quando mi sono approcciato alla musica e al primo singolo di Luke Grimes, il celebre Kayce Dutton della serie tv Yellowstone, avevo poche aspettative. Ho ascoltato No Horse To Ride i dubbi hanno cominciato a sciogliersi come una palla di neve nel deserto del Texas"

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Lo ammetto sono sempre scettico quando ci sono queste operazioni che, a prima vista, sembrano operazioni commerciali, atte a sfruttare un nome famoso in voga in quel momento.
Prendi una delle serie più di successo degli ultimi 30 anni di televisione americana, prendi uno dei suoi personaggi più belli, carismatici e amati e lo porti in uno studio di registrazione: boom!
Ecco confezionato un disco che di solito ha una qualità infima, ma porta quello che interessa alle major di Nashville: denaro sonante.

Quindi, quando mi sono approcciato alla musica e al primo singolo di Luke Grimes, il celebre Kayce Dutton della serie tv Yellowstone, avevo poche aspettative e moltissimi dubbi.
Ho ascoltato No Horse To Ride e visto il bellissimo video confezionato tramite il sito Western AF e i primi dubbi hanno cominciato a sciogliersi come una palla di neve nel deserto del Texas.
Chitarra acustica, voce intensa e tanto da dire, in modo semplice e non preconfezionato.
Non si atteggia a cowboy, non usa il suo personaggio: lui è davvero così.

Con la potenza di fuoco che ha ora dietro le spalle, avrebbe potuto cercare subito il botto e invece si è calato nei panni del musicista vero, quello indipendente che vuole arrivare.
Tante date nei rodeo, nei locali fumosi, dove per riuscire l’artista si deve sporcare le mani (e non solo). Avrebbe potuto by-passare la famosa gavetta, il farsi conoscere nei circuiti live e invece eccolo qui a realizzare il suo sogno di musicista country con un carattere e una passione che non sono creati a tavolino.

Non è un novizio del mondo musicale: aveva una band di country alternativo i Mitchell’s Folly e nel 2008 uscirono anche con un album, ma qui siamo su un altro livello, tanto che il suo talento genuino e vero hanno smosso l’interesse del più grande produttore della musica country moderna : Dave Cobb.

Luke ripete spesso nelle sue intervista che non merita di essere qui, che non pensava di poter realizzare il suo sogno e noi possiamo dire con certezza che si sbaglia.
Certo, è stato facilitato dal suo essere già celebre magari nel farsi conoscere e scritturare dai locali o farsi passare dalle radio di genere, ma ha talento e questo è innegabile e un’attitudine country che possiamo dire assomigli molto all’approccio del grande Zach Bryan.

L’EP Pain Pills or Pews è composto da 8 pezzi di cui solo 2 non sono autografi e che lasciano in bocca un piacevole sapore di talento e semplicità.
Il disco si apre con il singolo che ho già citato e la canzone appare già come l’esempio perfetto di cosa troverete in queste otto canzoni: chitarra acustica e polverosa, una voce intensa e tante storie che sembrano fatte per essere raccontate in una puntata di Yellowstone. E non perché siano finte, anzi se conoscete la serie è tutto l’opposto: crude e vere.

Hold On è una canzone del cantautore Foy Vance ed ha un arrangiamento perfetto oscillante fra il country classico e una ballata folk. Il testo parla della paura di legarsi ad un’altra persona e del prendersi un impegno. La voce di Grimes è il tocco in più di queste storie e la produzione geniale di Cobb lo sa, eccome se lo sa.

La successiva Ghost of Who We Are è una ballata cupa e struggente che, come vi ho detto, po-trebbe essere una puntata di una serie: una storia d’amore finita male, ma che lascia evidenti tracce che non si possono dimenticare.
Burn è sempre un amore che lascia cicatrici e dolore, ma con un piglio meno cupo e le svisate di chitarra elettrice gli regalano un carattere moderno. La produzione al solito è perfezione e l’intreccio fra pedal-steel e sapore rock è bellissimo.

Playin’ on the Tracks è un pezzo stupendo, dal groove avvolgente e con un bellissimo assolo di pedal-steel ed è frutto della collaborazione con il leggendario cugino di Dave Cobb, Brent Cobb, un arista meraviglioso di cui vi avevo appena parlato qui: https://www.ticinonotizie.it/brent-cobb-southern-star-2023-by-trex-roads/ .
Uno dei pezzi più belli ed emozionanti del disco.

La successiva è una lettera di amore per il suo Ohio, Oh Ohio, ma anche una lettera in cui l’artista si lamenta di essere stato dimenticato dalla sua terra. Una splendida ballata country, semplice e diretta che dimostra il talento di cantautore di questo attore.

L’EP si chiude con la mia canzone preferita: Ain’t Dead Yet. In questo brano c’è un’altra collabo-razione con un cantautore dal talento geniale e cioè Aaron Raitiere (di cui ci avevo parlato qui https://www.ticinonotizie.it/aaron-raitiere-single-wide-dreamer-2022-by-trex-roads/ ) e il pez-zo ha un appeal molto rock, nonostante sia acustico e il motivo è presto spiegato: il brano è nato dopo che i due hanno scoperto il comune amore per i Nirvana e il loro MTV Unplugged.

Prendendo ispirazione da quel sound i due hanno immaginato un Kurt Cobain redneck del Kentuc-ky che sopravvive fino a 70 anni e scrive questa canzone per sua moglie. Quando si ha il genio e il talento tutto diventa fattibile e il risultato è un pezzo stupendo e che la produzione arricchisce di un arrangiamento perfetto.

Il miglior complimento che posso fare all’EP di esordio di Luke Grimes è che, non avessi saputo chi fosse, avrei pensato fosse uno degli artisti indipendenti che nascono dal circuito live e che poi cerco di farvi conoscere ogni settimana. Uno vero che sta iniziando dal basso, dalla corroborante gavetta che oggi sembra quasi una parolaccia da dire ai giovani.

Lo scetticismo ora si è trasformato in profonda ammirazione per un grande artista che oltre essere uno dei migliori attori della sua generazione, può dire la sua anche in un altro campo, senza sem-brare finto o imposto grazie al suo “essere celebrità”.

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads

Nel mio blog troverete la versione inglese di questo articolo.
www.trexroads.com

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