“Non avevo nessuna intenzione di uccidere la mia famiglia. Non mi capacito di quello che ho fatto”. Cosi’, in sostanza, Alessandro Maja, ha detto al gip di Busto Arsizio Piera Bossi nell’interrogatorio di convalida per il duplice omicidio della moglie e della figlia e di quello tentato al figlio, ancora ricoverato in prognosi riservata, commesso a Samarate (Varese).
Il geometra di 57 anni, difeso dagli avvocati Enrico Milani e Sabrina Lamera, ha parlato di “problemi economici” che non e’ riuscito tuttavia a quantificare con precisione e di “un’ossessione” per il timore che la “moglie e i figli andassero in poverta’” non potendo piu’ garantire loro l’attuale tenore di vita. “Non dormivo, passavo le notti in bianco” in cui “vagavo in casa”, ha aggiunto Maja, ancora ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale San Gerardo di Monza.
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Dall'archivio:
L’omicida di Samarate: ‘Non ho idea di quanto ho fatto’
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