MILANOย Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e segretario della Commissione Territorio e Infrastrutture, Nicola Di Marco, ha chiesto alla Giunta lombarda, attraverso un’interrogazione, le motivazioni che hanno portato alla riduzione fino al prossimo 1ยฐ maggio, di 41 corse serali su 12 linee Trenord.
ร stato comunicato, infatti, che questi tagli delle corse, con orari di partenza compresi tra le 19.48 e le 23.40, siano stati decisi per porre un argine al crescendo di episodi di violenza e di atti vandalici avvenuti su alcuni treni negli ultimi mesi.
“Crediamo che questa motivazione sia assurda e senza senso, utile solo ad una politica regionale incapace di amministrare il settore dei trasporti ferroviari. Per mettere un freno agli episodi vandalici bisognerebbe trovare soluzioni alternative. Tagliare delle corse significa solo ridurre un servizio utile per gli utenti, disincentivandone cosรฌ l’utilizzo”, dichiara Di Marco.
“Regione deve dare una risposta reale, senza trovare scuse. Con le riaperture delle prossime settimane queste rimodulazioni potrebbero portare a disagi sui convogli, in cui potrebbe mancare il distanziamento sociale a bordo treno oltre che un servizio fondamentale. Insomma, Lega e centrodestra fanno propaganda sulle riaperture ma poi tagliano le corse con Trenord.
Invece di inventare motivazioni, la Giunta si impegni a rispondere anche all’altra interrogazione che ho presentato a seguito delle aggressioni avvenute sui treni in meno di una settimana in Lombardia. Nel 2020 รจ stato infatti pubblicato un bando per l’inserimento di “Addetti Assistenza Controllo e Sicurezza in Trenord. A seguito della richiesta di aggiornamenti alla Direzione Commerciale di Trenord, quest’ultima, in data 19 marzo, mi ha comunicato che le “informazioni richieste assumono carattere di riservatezza e, in quanto tali, non sono divulgabili”.
Questa risposta, unita alla riduzione delle corse, รจ vergognosa. Regione continua a insistere sulla sicurezza dei treni senza fare nulla, in modo effettivo, per arginare la situazione. A pagare questa incapacitร non possono essere gli utenti che utilizzano quotidianamente il treno per potersi muovere”, conclude Di Marco.