TREZZANO SUL NAVIGLIO Due consorzi attivi nel settore della logistica e del facchinaggio sono al centro dell’inchiesta della procura di Milano che ha portato la Guardia di finanza a eseguire un’ordinanza, disposta dal gip Luca Milani, nei confronti di 22 persone.
Tutte ritenute responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere, bancarotta, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, e a sequestri per quasi 300 milioni di euro. A finire sotto indagine il Consorzio Sac, il Consorzio Progresso logistico, entrambi di Lainate, e la Ailati Scarl di Trezzano sul Naviglio, una con funzione ‘ancillare’. Secondo il quadro ricostruito dai pm, i due consorzi avrebbero avuto un ruolo da protagonisti nell’affidamento di commesse ricevute dalla clientela a imprese consorziate o collegate, tutte intestate a prestanome, sulle quali “sono stati fatti gravare tutti gli oneri contributivi e fiscali relativi ai lavoratori”, con danni per l’Erario, per lavoratori e imprese legali e con “enormi profitti illeciti per gli autori delle frodi”.
Centrale nell’inchiesta coordinata dal magistrato Roberto Fontana (ora al Csm) e dai pm Grazia Colacicco e Pasquale Addesso, l’uso di trojan, una sorta di ‘virus’ che viene installato nel cellulare della persona sottoposta a indagini e permette di acquisire il pieno controllo del dispositivo e di effettuare intercettazioni ambientali attivando da remoto la fotocamera o il microfono.