Lo studio “TI Gambling”: in Ticino si gioca di meno ma i rischi per i giovani aumentano

L'indagine del 2023-2024..

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Un’indagine della SUPSI rivela un calo generale del gioco, ma un’impennata delle scommesse sportive online e nuove vulnerabilità per giovani e over 60.
Una fotografia aggiornata e dettagliata delle abitudini di gioco in Canton Ticino, che rivela tendenze in evoluzione e nuove sfide per la salute pubblica. Questo è il cuore dello studio “TI Gambling – Il gioco d’azzardo in Ticino”, i cui risultati sono stati presentati a Bellinzona, frutto di una collaborazione tra il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), la Commissione consultiva del Fondo gioco patologico e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).

L’indagine, condotta tra il 2023 e il 2024, si è posta l’obiettivo di analizzare il comportamento di diverse fasce della popolazione, inclusi minorenni, maggiorenni e la clientela dei casinò, confrontando i dati attuali con quelli di un’analoga ricerca del 2012-2013. Il quadro che ne emerge è complesso: se da un lato si registra una riduzione generalizzata delle attività di gioco d’azzardo, dall’altro si assiste a una crescita esponenziale di specifici settori.

In particolare, come evidenziato da Emiliano Soldini, ricercatore della SUPSI, fanno eccezione le scommesse sportive e soprattutto il gioco online. Quest’ultimo ha visto un’esplosione, passando da una quota quasi inesistente dello 0,5% nel 2012 a circa il 13% degli intervistati oggi. Anche all’interno delle case da gioco fisiche si osservano cambiamenti, con un interesse in calo per la roulette (passata dal 46,3% al 42,6%) e un balzo significativo del blackjack (dal 10,2% al 30,8%).

Un mercato online più sicuro e accessibile

La crescita esponenziale del mondo digitale si inserisce in un contesto più ampio, caratterizzato dalla progressiva affermazione di un mercato del gioco online legale e regolamentato. Tale evoluzione è un fattore chiave per interpretare la riduzione generale del gioco problematico. Piattaforme che operano con regolare licenza, come i siti autorizzati, offrono infatti un ambiente più sicuro e trasparente rispetto ai canali illegali.
Questi operatori non solo rispettano normative stringenti a tutela del consumatore, ma forniscono anche strumenti concreti per l’autolimitazione e la promozione di pratiche responsabili. In questo contesto, anche gli incentivi e i bonus offerti assumono una funzione diversa: non solo attraggono i giocatori, ma li indirizzano verso un ecosistema protetto.

Molti di questi operatori legali, ad esempio, offrono la possibilità di giocare anche senza deposito: questa modalità permette agli utenti di familiarizzare con le piattaforme senza bisogno di versare denaro sul proprio account. In altre parole, è possibile divertirsi senza rischiare nulla, perché giocare senza deposito significa giocare senza soldi, sperimentando i servizi in maniera estremamente sicura prima di qualsiasi impegno economico. L’esistenza di un canale legale, sicuro e accessibile potrebbe quindi aver contribuito a incanalare una parte della domanda verso contesti più controllati.

Nuove vulnerabilità e misure di prevenzione

Tuttavia, come sottolineato dalla consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti, lo studio ha un “importante valore sociologico e politico” proprio perché sviscera anche le nuove criticità. L’indagine mette infatti in luce due gruppi demografici che, in questo nuovo scenario, mostrano particolari segnali di rischio. Adolescenti e giovani adulti sono risultati particolarmente vulnerabili all’espansione del gioco digitale.

L’esca, spesso veicolata dagli smartphone, rende possibile scommettere a ogni ora e accedere a giochi “ibridi” che fondono azzardo e videogiochi. Il secondo gruppo a rischio è la clientela over 60 dei casinò, che ha denotato un comportamento di gioco preoccupante, con frequentazioni più assidue, lunghe e solitarie.
Di fronte a questi dati, le istituzioni hanno già pianificato una serie di contromisure. In autunno si terrà il convegno “Dipendenze e indebitamento 3.0”, mentre per il 2026 è previsto “Giovani & Gioco d’azzardo”. Proseguiranno inoltre le attività di sensibilizzazione, come l’aggiornamento della mostra interattiva “Non farti fregare dal gioco”, che dal 2016 ha già coinvolto oltre 3.500 studenti. L’impegno delle istituzioni si muove quindi su un doppio binario: riconoscere i cambiamenti del mercato e rafforzare le tutele.

In conclusione, come ribadito dalla direttrice del DECS, lo studio è uno strumento fondamentale per guidare le politiche future. Il suo appello finale, rivolto a chi vive una situazione di dipendenza, è un messaggio di speranza e un invito all’azione: “Uscirne si può. I professionisti ci sono. Le risorse anche. Ma serve l’impegno di tutta la comunità”.

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