Parafrasando un vecchio slogan si puรฒ dire che, in Europa, i mercati tracciano il solco, ma lo spread lo difende. Secondoย Guenther Oettinger,ย commissario europeo per il bilancio, saranno infatti i mercati ad โinsegnareโ agli italiani a votare per la cosa giusta, mentre loย spreadย non รจ ormai piรน solo un โdifferenzialeโ tra il tasso di rendimento di due titoli o โ come si diceva un tempo โ la differenza tra il prezzo di produzione e quello di vendita di un bene. Loย spreadย si รจ trasformato in una bandiera, in grado di sopravanzare quelle dei diversi Paesi, ed insieme unโidea guida, capace di erodere fondamenta che parevano inattaccabili (lโeconomia reale, i territori, la coesione sociale, il sistema rappresentativo), simbolo e linguaggio ย in grado di informare Stati, economie, societร , culture, di insinuarsi nel quotidiano, di diventare โluogo comuneโ.
Oggi loย spreadย occhieggia dagli schermi televisivi, occupa le prime pagine dei giornali, si insinua sulle tavole, fa capolino nelle conversazioni private. Incute paura. E dunque chiede rispetto, novella religione del Terzo Millennio, e sacrifici, come si addice alle credenze primitive.
La โcentralitร โ delloย spread, assimilata a livello di opinione pubblica, grazie ad unโabile opera di propaganda, trova, attraverso leย รฉlitesย politico-tecnocratiche, la sua piena celebrazione. Tutto sembra ruotare intorno alla magica parola, tutto ad essa va piegato. Al fondo lโidea che la sicurezza, il benessere, i destini personali e collettivi da lรฌ debbano passare.
Con quali risultati appare evidente agli occhi dei piรน. Il disagio serpeggia tra la gente. Lโincertezza diventa quotidiana. E tuttavia, in una sorta di accanimento terapeutico, lโillusione continua, mentre le cure previste dalla โmedicina ufficialeโ vengono applicate al prostrato โcorpo socialeโ: controlli invasivi, tassazione iniqua, riduzione delle sicurezze sociali, tagli di bilancio con conseguente innalzamento delle tariffe e diminuzione dei servizi erogati, privatizzazioni su larga scala, riforma della contrattazione collettiva con conseguente contrazione dei diritti acquisiti.
Tutto questo per rafforzare la โcredibilitร โ del sistema-Paese agli occhi dei vertici europei , a cui fanno da contorno il Fondo Monetario Internazionale, i grandi gruppi finanziari, le agenzie diย rating, i ministri dellโEconomia e delle Finanze dellโUnione Europea e dietro, poco visibili, ma ben presenti, gli immancabili gruppi di โpressioneโ.
Il processo di erosione lessicale-concettuale-esistenziale-culturale-economica-politica ha tempi e modalitร di portata epocale. Certo รจ che lโaccelerazione del quadro storico, lungi dallโassumere i tratti della โlinearitร โ โ cosรฌ come teorizzato dopo il 1989 โ verso il progresso tecnologico-industriale ed il suo corollario politico, rappresentato dalย ย liberalismo assoluto, ha aperto scenari critici dagli sviluppi tuttโaltro che scontati.
Risultati immediati sono stati i costi sociali delle politiche di rigore, la contrazione al ribasso dei ceti medi, la concentrazione delle ricchezze, le politiche di delocalizzazione, lโaumento della disoccupazione, la crisi demografica dellโOccidente.
Con questa realtร vorremmo che ci si confrontasse sui mass-media, nei think tank, nelle universitร , a livello politico, evitando di sbandierare loย spreadย come un feticcio, a cui votarsi anima e corpo. Di ben altro ha oggi bisogno lโโanimaโ del popolo italiano ed il corpo sociale della Nazione.
Mario Bozzi Sentieri (www.destra.it)