On. Marina Carobbio: “Aumentare i fondi alla cultura significa aumentare il nostro potenziale collettivo di riflessione”.
Il Locarno Film Festival raggiunge il suo 78. compleanno, e lo fa anche ricordando dal palco del Pardo, la Storia cittadina.
Ricorre quest’anno il centenario del Patto di Locarno, che sarà festeggiato nel mese di ottobre.
Si tratta di un evento storico importante, che conferì splendore alla città lacustre, perché ancora oggi se ne valutano le conseguenze nei decenni a seguire.
A Locarno si incontrarono 7 capi di Stato europei, decisi a garantire la sicurezza a tutto il continente, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, cercando soluzioni centrali per l’equilibrio in Europa, come ad esempio la definizione di confini tra Paesi; ma soprattutto, per disciplinare il ricorso al Diritto e all’Arbitrato per la risoluzione di eventuali conflitti.
Questi trattati furono poi firmati ufficialmente a Londra il 1. Dicembre 1925, ed entrarono in vigore nel 1926, con l’entrata della Germania nella Società delle Nazioni, inaugurando così un periodo di pace e collaborazione fra Stati, nella cooperazione internazionale.
Ci avevano già provato con quello sancito a Versailles nel 1919, ma purtroppo, si rivelò insufficiente.
Ora possiamo entrare nel merito di questo festival.
“Un festival che vuole ricordare che il cinema non è solo intrattenimento, ma un ponte di collegamento con la società e con ciò che succede nel mondo a livello mondiale. Non si può restare indifferenti a ciò che sta succedendo! Il cinema è un linguaggio universale che rende tutte le persone uguali. In questo scenario, il Festival del Film si colloca in modo unico, cruciale, con una grande responsabilità.
Le nuove tecnologie inoltre rappresentano una sfida e stanno cambiando il modo in cui i film vengono prodotti e distribuiti, grazie all’innovazione virtuale dell’Intelligenza artificiale”, ha detto alla cerimonia di apertura, la presidentessa Maja Hoffmann.
“Un festival nel quale si vuole però innanzitutto ancora respirare quello spirito di libertà, dialogo, confronto e dignità umana e senso civile, che significano la necessità inderogabile di risolvere i contrasti, grazie al Diritto ed Arbitrato internazionali, come 100 anni fa, quando i fautori del Patto, Aristide Briand, Gustav Strasemann e Austen Chamberlain vinsero il Nobel per la Pace, e anche se la stessa durò appena dieci anni, tutti noi rifirmeremmo ancora lo stesso trattato, non per vincere quel Nobel, ma perché dieci anni di pace completa sarebbero meravigliosi”, ha aggiunto il Sindaco di Locarno, Nicola Pini.
“In questo modo si è superata la legge del più forte e si è trovato un canale di convergenza tra vincitori e vinti. Quello stesso spirito ha favorito la nascita del Locarno Film Festival, stringendo per sempre un legame con la Città, e diventando la realizzazione fra le più sublimi di questo spirito, e della sua espressione culturale, politica e sociale”, ha continuato il Sindaco.
L’On. Marina Carobbio, Consigliera di Stato del Canton Ticino e Direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), si è così espressa:
“Il mondo ci trafigge con storie ed immagini che non possono essere descritte solo a parole. Situazioni che ci chiamano in causa intimamente, perché certe realtà non si possono ignorare. Immagini sconvolgenti sono giunte sino a noi, grazie all’eroica fotogiornalista palestinese, uccisa da un raid israeliano il 16 aprile scorso, Fatima Hassouna, il cui documentario girato in collaborazione con la regista Sepideh Farsi, era stato selezionato a Cannes. È stato poi ucciso anche l’attivista palestineseAwdah Hathaleen in Cisgiordania. Quel film, costruito da un collettivo di registi palestinesi e israeliani, ed era stato mostrato anche al Film Festival dei Diritti Umani a Lugano, e che ho avuto il privilegio di poter vedere.
Tutto ciò testimonia il potere del cinema di costruire alleanze. Queste opere ci ricordano che oggi, raccontare certe realtà è un atto di esposizione, un atto di coraggio! E quando sono le immagini a farlo, possono diventare bersagli. Noi abbiamo il dovere di proteggere le storie e coloro che le rendono possibili.Anche per questo aumentare i fondi alla cultura, significa aumentare il nostro potenziale collettivo di riflessione!”.
La Consigliera Federale Elisabeth Baume-Schneider, nel suo discorso di inaugurazione, ha detto che il festival è da lodare per il suo impegno sia a sostegno dell’attualità mondiale, grazie a film attuali e rappresentativi, fin dalla Guerra Fredda, come pure il sostegno che offre ai giovani talenti. “Il cinema migliora il mondo e rafforza i valori, soprattutto in tempi di profonda crisi!”
A causa dell’imprevisto svenimento di un fotoreporter durante l’inaugurazione, che ha rubato involontariamente molti minuti preziosi ai discorsi ufficiali, gli attori che seguivano l’intervento della Consigliera, come il Direttore artistico Giona Nazzaro ed il Ceo Raphael Brunschwig, hanno dovuto di molto restringere i propri.
Per questo, si sono limitati a riassumere in questo modo:
“Mi limiterò a ringraziare tutti coloro che rendono possibile il Festival, senza dimenticare i sostenitori pubblici e privati, rinunciando viste le tempistiche, al mio discorso”, (Brunschwig);
“Con questo sentimento di emozione e condivisione, vorrei solo dure che in un mondo nel quale ci sentiamo sempre più separati, grazie al cinema le nostre parole possono librarsi ed incontrarsi libere con le parole degli altri. Questo è un momento da tutelare, perché rappresenta anche la democrazia”, (Nazzaro).
Monica Mazzei
freelance culturale per TicinoNotizie