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Dall'archivio:

LO SPIFFERO- Magenta, è Calatexit. E il Consiglio di stasera salta perché… di F.P.

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MAGENTA – L’operazione, ormai, è prossima all’ultimo passaggio. Ossia, quello in cui i partiti della coalizione di centrodestra di Magenta diranno a Chiara Calati che NON sarà lei la candidata a sindaco alle prossime elezioni di primavera.
Anche se qualcuno paventa la possibilità di un rinvio delle elezioni a settembre-ottobre, causa Covid. Ipotesi, al momento, del tutto remota e difficile da ipotizzare.

Rinvio del voto o meno, le cannonate delle opposizioni dopo il rinvio del Consiglio comunale di questa sera (rinviato dal presidente Ispano adducendo problemi di ordine tecnico) sono soltanto dei flatus vocis (legittimi e comprensibili, in questo frangente) rispetto alla decisione che a breve sarà formalizzata. Chiara Calati OUT, il centrodestra candiderà a sindaco Luca Del Gobbo. Il dato è tratto, manca ancora (il centrodestra, da sempre, si muove con l’agilità di un pachiderma) il sigillo delle segreterie (anche regionali) e il placet di 1 partito della coalizione, ancora refrattario sulla Calatexit. Ma sui tavoli che contano tutti, praticamente tutti, sono già al corrente dello stato dell’arte. Ma le caselle da sistemare sono diverse, oltre a Magenta.

Con Forza Italia e Nci già da tempo allineate, tocca a Fdi e Lega sciogliere il nodo. In pratica le opzioni sul campo sono due: o il centrodestra si ritrova COMPATTO sul sostegno a Del Gobbo, o la coalizione si spaccherà e potrebbero nascere architetture e geometrie del tutto impreviste e imprevedibili (con Silvia Minardi come potenziale, principale beneficiaria).

A quanto siamo in grado di sapere da fonti accreditate, al Consiglio comunale di questa sera ci sarebbero state delle defezioni, tra i banchi della maggioranza, tali da mettere a rischio il numero legale.

Non lo sapremo mai, visto che la seduta non si terrà. Ma il tema è solamente rimandato; le tensioni rimangono, il redde rationem è solo rinviato. 

I nodi da sciogliere sono parecchi, e tanto più i giorni passano, tanto più saranno complessi da sciogliere.

E nonostante i proclami di facciata spesse volte sterili, il nodo è uno e soprattutto uno: con che coraggio ci sarà una giunta (l’attuale) disponibile a bere il calice di cicuta sapendo che nella prossima (giunta) nessuno o quasi nessuno degli attuali assessori sarà presente?

E’ una sorta di seppuku collettivo. Ma chissà quanti hanno letto Yukio Mishima… Il dado è tratto, alea iacta est: Calat(i)exit, ormai, è una realtà sempre più vicina.

F.P.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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