L’infermiera piemontese: in Svizzera lavoro meno e guadagno 500 euro in più

Oggi fa un part-time e ciononostante prende molti più soldi: "Arrivo anche a 3000 se faccio qualche ora in più"

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“Sono andata a lavorare all’estero prima di tutto per il modo di lavorare, perché in Italia stare al pronto soccorso stava diventando pericoloso. Poi c’è la questione economica: qui prendevo 1800 euro netti con reperibilità notturna (20 euro per una notte) in Svizzera faccio il 50% delle ore, 20 a settimana, e ne prendo 2300”. Così a LaPresse Annalisa Deregibus, 33 anni, infermiera laureatasi in Italia e che ha scelto di lavorare in Svizzera, facendo, almeno per il momento, la frontaliera. Vive nel Vco e qui ha iniziato nel 2015 a lavorare.

“Per prendere il posto fisso sono andata a Varese, viaggiavo ogni giorno. Poi ho fatto il concorso nella Asl Vco e per avere il tempo indeterminato sono finita a Novara. Ho lavorato anche a Domodossola. Nel 2023, a marzo, ho deciso di andarmene – dice ancora – In Italia c’era, a mio parere, un rischio reale. Non eravamo abbastanza per coprire i turni, che erano quindi massacranti. In più avevo colleghi con me lì da 20 anni che non avevano avuto gli scatti per anni”. Oggi fa un part-time e ciononostante prende molti più soldi: “Arrivo anche a 3000 se faccio qualche ora in più. Lavoro nel servizio domiciliare privato, non è paragonabile rispetto a quanto era massacrante il pronto soccorso”. Comunque Deregibus evidenzia la formazione avuta in Italia: “Devo ringraziare perché ho imparato tantissimo, ma ora è un’altra vita”.

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