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Libano al voto dopo la crisi di novembre

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Dopo quasi 10 anni, il Libano è tornato al voto, con una complicata legge proporzionale (con soglia di sbarramento) che ha generato un’affluenza  del 49%, 5 punti in meno rispetto alla scorsa consultazione.

L’Assemblea Nazionale, il Parlamento, per legge è così divisa: il 45% dei seggi ai musulmani e il 55% ai cristiani.  Il premier spetta ai musulmani sunniti, la presidenza dall’Assemblea Nazionale agli sciiti, il Presidente della Repubblica ai cristiano maroniti.

Al voto si presentavano due schieramenti contrapposti, con, al loro interno, gruppi eterogenei:

  1. Alleanza 8 Marzo, pro Siria, che comprende, tra i partiti maggiori:
    1.  Hezbollah, il partito sciita armato, prominenza dell’Iran in Libano, ha confermato la sua forza a Sud del paese, conquistando 14 seggi.
    2. Amal, altro partito sciita,  prende 15 seggi, tre in più rispetto al 2009.
    3. Il Movimento Patriottico Libero, di fede cristiano-maronita, fondato dall’ex presidente Aoun, 20 seggi.
  2. Alleanza 14 Marzo, non favorevole alla presenza siriana in Libano:
    1. Movimento Il Futuro, il partito sunnita, del premier uscente Saad Hariri, perde otto seggi, e, pur resistendo nella roccaforte a Ovest di Beirut, si attesta a quota 21 seggi.
    2. Forze Libanesi, il movimento maronita nazionalista di destra, under dog di queste elezioni, quasi raddoppia i seggi, passando da 8 a 14.

Alcuni spunti di riflessione.

  • I candidati  erano 976, tra cui 111 donne, dieci volte rispetto al 2009. Purtroppo ne sono state elette solo 6, le scorse elezioni furono 2.
  • I partiti tradizionali sono sempre la maggioranza ed i cognomi si ripetono.
  • La complicata legge proporzionale ha però avuto il merito di proporre più partiti, anche laici.
  • Le elezioni si sono svolte tranquillamente. Francia, Usa e Arabia Saudita hanno vegliato sulla consultazione. Nessuno voleva scontri in Libano mentre perdura la guerra in Siria e riaffiorano frizioni tra israeliani e palestinesi.

L’Assemblea Nazionale dovrà far ripartire l’economia in un paese che ha il blocco dell’elettricità per 3 ore al giorno, la disoccupazione giovanile al 22%, il 148% di debito nazionale/Pil ed al 143° per corruzione. La Francia ha agevolato prestiti al Libano 11 miliardi di dollari Usa. L’Italia ha attivato progetti di cooperazione per 150 milioni di euro.

Marco Crestani 

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