LEGNANO – La ferita, in lui, è ancora aperta. E’ quella dell’uomo che, avendo sposato un preciso progetto politico, si è sentito tradito da esso. Di una persona che desiderava far del bene al comune di cui era rappresentante istituzionale ma ha poi dovuto cozzare “contro un mondo antitetico ai suoi valori e incamminato su logiche di personalismi e di non rispetto delle regole”. Ma lui, Antonio Guarnieri, ex presidente del consiglio comunale di Legnano, al terremoto politico e giudiziario che ha scosso la giunta del sindaco Giambattista Fratus, ha scelto di reagire non chiudendosi, ma aprendosi a un impegno concreto per far rialzare a Legnano e alla sua politica la testa: ha infatti assunto la presidenza del “Comitato per la legalità” che, come lui stesso ha spiegato, è “apartitico e apolitico e si propone sia di assumere iniziative di promozione della legalità sia di far sciogliere la giunta legnanese”. Intervenendo a una serata organizzata dal circolo culturale “Polis” dedicata al tema “Europa e territorio”, Guarnieri, ormai ex della Lega, ha ricostruito con dovizia di particolari le tappe che hanno condotto all’attuale situazione critica.
Nella foto da sinistra Gianni Borsa, Antonio Guarnieri e Fabio Pizzul
E i suoi rilievi hanno nomi e cognomi precisi: “mancanza di trasparenza della giunta, decisione prese in segreto e solo da alcuni esponenti, mancanza di dialogo”. E poi le due bombe che hanno causato la deflagrazione: il caso dell’ex assessore Chiara Lazzarini voluta in quel ruolo nonostante le pendenze legate a una causa civile e penale in corso con l’ Amga e per far entrare la quale “Fratus ha sfiduciato l’assessore Venturini” e la “questione Accam”. “L’amministrazione comunale – ricorda Guarnieri – aveva votato la prosecuzione di Accam fino al 2027 nonostante le precedenti delibere avessero parlato di uno spegnimento degli inceneritori al 2021 e nonostante il piano fosse manifestamente insostenibile per più ragioni”. Nondimeno, Guarnieri rimarca l’operazione di mantenimento in vita del Consiglio comunale nonostante ormai privo di una maggioranza per le dimissioni di tre consiglieri e degli esponenti della minoranza. “E’ stata messa in campo un’argomentazione falsa secondo cui vi sarebbe stato ostruzionismo da parte di alcuni consiglieri – ha spiegato – ma la realtà è che eravamo dimissionari e quindi non vi era alcuna ostruzione; in più, coinvolgendo il difensore civico, è stato ripristinato sulla base di questa falsità il consiglio comunale che era delegittimato e non aveva i numeri per andare avanti”.
Alla delusione politica si aggiunge quella personale: “Sono stato attaccato in modo vergognoso – dice Guarnieri – sono stato tenuto all’oscuro come altri di quanto Fratus e i suoi facevano in materia di biblioteca, fondazione cultura e fondazione Palio ed emarginato; il mio stesso partito ha cancellato con un pennarello il volto mio e di mia moglie dall’immagine di un raduno a cui partecipammo a Pontida, credo sia stato un gesto davvero inqualificabile”.
Ma Guarnieri, di questo suo dolore, ha fatto forza per continuare a combattere sul fronte della legalità. “Il 5 giugno – spiega – la camera di consiglio si esprimerà sulla sospensiva del Consiglio e della Giunta che abbiamo chiesto, ringrazio tutti i cittadini che ci hanno sostenuto e ci sostengono in questa battaglia così come i legali, il Comitato continuerà a seguire e vigilare; vedere Legnano sbattuta in prima pagina per eventi simili è molto doloroso ma in questi giorni, con il Comitato e con i cittadini che ci hanno sostenuto, abbiamo trasmesso un segnale: che Legnano ha gli anticorpi per reagire alla malapolitica e per rialzare la testa”.
Cristiano Comelli