LEGNANO – Per anni è stata un’onorata casa di riposo per anziani non autosufficienti. Adesso lo stabile dell’ex Accorsi si appresta a cambiare pelle. E a essere un nuovo punto di socializzazione e dimora per anziani autosufficienti e giovani coppie in difficoltà economiche nel reperire un’abitazione. Insomma uno spazio collettivo e aperto in piena armonia con il suo intorno e con il quartiere. Tutto riposa su un progetto elaborato dal progettista Attilio Citterio e dal suo staff e presentato in occasione di un’assemblea pubblica alla presenza anche dell’assessore ai servizi sociali del comune di Legnano, Ilaria Ceroni. Promotori dell’iniziativa l’amministrazione comunale e la consulta territoriale 3 Oltresempione su cui la struttura sorge.
“E’ un progetto di ampio respiro – ha spiegato in apertura quest’ultima – per il quale sono in ballo cinque milioni di Euro, frutto di un lavoro in team tra le ripartizioni di servizi sociali e opere pubbliche e il progettista Attilio Citterio con il suo gruppo di lavoro; la formula che abbiamo scelto è quella del “cohousing” secondo un modello molto diffuso per esempio in Svezia son spazi comuni e soluzioni abitative di mono o bilocali destinate ad anziani autosufficienti e giovani coppie; l’idea è quella di case con le quali coltivare spazi collettivi: invitiamo tutti i cittadini a darci i loro eventuali contributi propositivi che analizzeremo con attenzione”.
Il compito di scendere nei dettagli tecnici è toccato a Citterio che ha premesso come ridisegnare il futuro dell’ex Accorsi sia stata sfida titanica: “E’ una struttura che conosco bene – ha premesso – ho infatti cominciato a occuparmene una ventina d’anni fa, l’idea è stata da subito di un edificio enorme di circa 6 mila metri quadrati di superficie che già presentava però segni di decadimento e doveva essere ripensato”.
Del futuro dell’ex Accorsi si era occupata anche una tesi di laurea che la concepiva addirittura come deputata a ospitare soluzioni abitative private condominiali. “Una tesi interessante- ha proseguito Citterio – ma più come soluzione accademica che come applicabilità reale”.
Invece è in arrivo uno spazio che sarà in simbiosi con il suo quartiere e destinato a finalità sociali. Da dove è partito il ridisegno Citterio lo spiega a chiare lettere: “Abbiamo dovuto tenere conto di tre aspetti, necessità di adeguare impianti ormai obsoleti, di realizzare una prevenzione incendi in linea con le normative e di riqualificare lo stabile sul piano energetico. A regime, infatti, dovrà diventare a energia praticamente zero”.
E il contenimento energetico ha implicato nel progetto una riduzione dimensionale degli spazi come quello di una parte del quarto piano. Per quanto concerne la prevenzione antincendio, due sono le soluzioni messe in campo: la creazione di uno spazio centrale nell’edificio dove le persone, in caso di incendio, potranno stazionare senza correre alcun rischio e la posa di due scale antincendio all’esterno su ambo i lati. Per quanto riguarda la destinazione funzionale dei piani, Citterio si è soffermato con dovizia di particolari su ognuno di essi precisando che sarà poi compito di chi riceverà in affidamento il compito di realizzare la struttura in concreto di individuare l’assetto migliore.
“Il piano interrato si cercherà di renderlo non interrato -ha spiegato – e prevede zone per attività manuali come laboratori oppure spazi per la psicomotricità e le attività ricreative, zone fruibili anche tranquillamente anche a persone disabili: per il primo piano si è pensato a una zona uffici e appartamenti con alloggi protetti; qui sorgeranno soltanto monolocali mentre al secondo e terzo piano troveranno spazio anche i bilocali”. Vi è poi il discorso del quarto piano che, in parte ridimensionato per ragioni di contenimento energetico, sarà in parte mantenuto “con una sala destinata a ospitare feste e conferenze e sarà in grado di contenere circa 120 persone”. Energeticamente l’edificio potrà contare anche su un’ampia schiera di pannelli solari e fotovoltaici. In definitiva un progetto destinato a dare nuovo smalto a una struttura storica di Legnano ora però bisognosa di imboccare un nuovo sentiero per continuare a dispiegare la sua utilità.
Cristiano Comelli