La replica alle dichiarazioni rilasciate dal Sindacato NIDL -CGIL Ticino Olona.
LEGNANO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Il nostro intervento è mosso dalla ferma volontà di fare chiarezza sulle novità normative e ristabilire la verità su una questione in merito alla quale l’Organizzazione Sindacale aveva, peraltro, già da mesi ricevuto tutte le debite spiegazioni da parte di questa Società e in relazione alla quale sono state, invece, fornite agli organi di stampa informazioni distorte, fuorvianti e, comunque sia, non corrette in fatto e in diritto.
Come noto nel settore e, da ultimo, ribadito ai collaboratori sportivi di questa Società con una lettera a firma del liquidatore (avvocato Luigi Galimberti), datata 1° luglio, da tale data è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 36/2021, recante la nuova disciplina per gli Enti sportivi dilettantistici e il lavoro sportivo: in buona sostanza, nell’area del dilettantismo, il lavoro sportivo si presume oggetto di contratto di lavoro autonomo nella forma della collaborazione coordinata e continuativa quando la durata delle prestazioni, pur avendo carattere continuativo, non superi le diciotto ore settimanali, escluso il tempo dedicato alla partecipazione a manifestazioni sportive (si è in attesa dell’approvazione, a brevissimo, di un correttivo che eleverà a 24 ore settimanali l’operatività della presunzione) e quando le prestazioni oggetto del contratto risultino coordinate, in osservanza dei Regolamenti delle federazioni Sportive nazionali (requisiti entrambi sussistenti).
Il Decreto dispone, altresì, che per i rapporti di lavoro sportivi iniziati, come nel caso che ci occupa, prima dell’entrata in vigore della riforma, non si dia luogo a recupero contributivo.
Con l’unica eccezione del regime fiscale ad oggi, tuttavia, la riforma è solo sulla carta, in quanto i decreti e le altre disposizioni attuative che solo consentirebbero l’apertura della posizione previdenziale dei collaboratori sportivi non sono ancora state emanate.
Questa Società ha quindi, necessariamente, proceduto, con il consenso degli interessati, alla proroga dei contratti in essere, con la forma della “collaborazione sportiva”, rendendo noto ai collaboratori di essere in attesa delle istruzioni da parte degli Istituti (INPS e INAIL) per poter procedere al versamento di quanto dovuto a far tempo dal 1° luglio 2023. Quanto ai periodi antecedenti la data del 1° luglio, la Società ha semplicemente applicato le norme esistenti e non c’è normativa alcuna che dimostri l’illegittimità dei contratti di collaborazione stipulati da AMGA Sport.
Le affermazioni del signor Ortolani, (“Le attività svolte dagli attuali lavoratori non dipendenti delle due piscine non possono essere considerate ascrivibili ai collaboratori sportivi, ma debbono essere, dunque, inquadrate come veri e propri rapporti di lavoro subordinato, parasubordinato o autonomo residuale,…”), costituiscono una tesi di parte, che la Società integralmente contesta, non suffragata da elementi di fatto, e neppure dalla prevalente giurisprudenza.
LA NOTA DELLA CGIL TICINO OLONA
La sigla sindacale NIDIL CIGL Ticino Olona fa sapere di aver verificato che “nelle due piscine gestite da AMGA SPORT (nello specifico, gli impianti di Legnano e Parabiago), certamente sin dal 2006, il personale veniva assunto irregolarmente come collaboratore sportivo e lo stesso avviene oggi.”
La giurisprudenza, ormai consolidata da tempo, ha ritenuto irregolari i contratti di Collaborazione Sportiva nel settore e, dall’1 di luglio 2023, è entrata in vigore la legge di riforma dello Sport, che definisce come modalità possibili di assunzione nel settore solo contratti di lavoro dipendente, collaborazione coordinata e continuativa CO.CO.CO, o lavoro autonomo con P.IVA.
L’inquadramento come collaboratore sportivo, denuncia il sindacato, “ha comportato per anni l’assenza di diritti per i lavoratori, – come maternità, infortunio, malattia -, nonchè il mancato accredito di contributi pensionistici, che si traduce in un danno per le casse degli enti previdenziali: il versamento non avvenuto, infatti, porterà coloro che svolgono esclusivamente quest’attività ad andare in pensione a 67 anni con assegno sociale, assegno che è a totale carico della fiscalità generale.”
amga sport “Noi siamo certi“, – continua il comunicato -, “che i contratti applicati da Amga Sport, così come quelli di altre realtà sportive, siano “irregolari” e quindi:
– da un lato, gli uffici vertenze della CGIL assistono i lavoratori che vogliono richiedere la regolarizzazione dei propri rapporti di lavoro e, nel caso, i danni per il passato. Cosa che sta avvenendo per i “collaboratori sportivi”;
– dall’altro, abbiamo proceduto ieri (10 luglio 2023, ndr) a richiedere ad INPS, INAIL ed Ispettorato del Lavoro una verifica ispettiva della situazione: riteniamo che sia interesse di tutti coloro che regolarmente pagano le tasse e i contributi che centri sportivi, palestre, piscine paghino i contributi dovuti. Siamo, nella nostra attività di tutela dei lavoratori, abituati a vedere Multinazionali, Società per Azioni, Aziende Private, Cooperative più o meno sociali che tentano di far profitti riducendo salari e diritti dei lavoratori e, a volte, evitando di applicare integralmente le leggi e i contratti.
Che questo sia avvenuto e avvenga tutt’ora in Società Partecipate al 100% da Amministrazioni Pubbliche, che dovrebbero essere le prime impegnate a far rispettare le leggi, ci pare quantomeno discutibile.
Ci sarebbe piaciuto“, conclude la nota -, “che le dichiarazioni, che spesso si fanno nei consigli comunali a favore dei diritti dei lavoratori, avessero determinato una maggior attenzione, affinchè questi diritti, – almeno negli appalti e nelle società partecipate controllate dai Comuni stessi -, avessero trovato un maggior riscontro. Purtroppo in questo caso non è stato così.”