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Lega/1, il salviniano Cassani eletto segretario a Varese

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VARESE  È Andrea Cassani è il nuovo segretario provinciale di Varese per la Lega. Si è aggiudicato il ruolo con 12 voti in più rispetto al collega di partito, Giuseppe Longhin (229 contro 217), sostenuto invece dal Comitato Nord di Umberto Bossi.
Alla votazione hanno partecipato il 72% dei militanti con diritto di voto. Cassani, sindaco di Gallarate (Varese), è storico militante del Carroccio sul territorio e “filo Salviniano”. In prima fila al Teatro Sociale di Busto Arsizio dove si sono tenute le elezioni una sedia vuota per Roberto Maroni, con gli occhiali, il suo libro “Il mio Nord” e la bandiera della Lega. Ha votato ieri mattina anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana.

Nei giorni scorsi si era ritirato il terzo candidato, il sindaco di Casciago Mirko Reto, annunciando che avrebbe fatto confluire i suoi voti su Longhin. In alcune ricostruzioni definito ‘salviniano’, Cassani, 39 anni, e’ in realta’ un apprezzato amministratore rieletto a Gallarate nel 2021 al primo turno, con una maggioranza del 52,8%. Laureato in Ingegnerizzazione del prodotto industriale al Politecnico di Milano, prima di diventare sindaco, e’ stato dirigente nel consiglio regionale della Lombardia. Fu sua l’invenzione della campagna a sostegno di Roberto Maroni, ‘La vedo come Maroni’, con la distribuzione di occhiali rossoneri (come quelli che indossava appunto il Bobo leghista) a sostegno del ‘barbaro sognante’ cui la Lega di Umberto Bossi a un certo punto voleva impedire di fare comizi. A vincere un congresso provinciale molto combattuto non e’ stato quindi, come avvenuto in provincia di Bergamo, il candidato della corrente ‘nordista’ fondata da Bossi, insieme all’europarlamentare Angelo Ciocca e l’ex segretario della Lega lombarda, Paolo Grimoldi. Dopo la vittoria, ieri a Como, della commissaria uscente Laura Santin, unica candidata, sono stati eletti i segretari a Pavia, Lodi, Cremona, Brescia e Rovigo. “La Lega e’ un movimento unico e indivisibile, guai a chi cerca di spaccarlo. Soprattutto se questo qualcuno viene dall’interno”, ha detto Cassani, durante il suo intervento. “Non e’ stata una campagna congressuale correttissima ma non rispondero’ agli attacchi di Cassani”, ha ribattuto Longhin. “In un congresso e’ giusto anche dirsi le cose come stanno – ha esordito l’ex segretario Matteo Bianchi, alla guida della Lega per 8 degli ultimi 10 anni -. A volte sembra che la nostra fiammella si sia ridotta ad un lumicino ma e’ nostro compito tornare a farla riemergere. Ai funerali di Roberto Maroni si e’ vista l’anima della Lega. Dobbiamo farla riemergere. Dopo il congresso abbiamo l’obbligo di capire quale visione dare il nostro movimento per far brillare quell’anima”. “Ogni congresso ha le sue difficolta’, le sue tesi a confronto. Ricordo pero’ che e’ piu’ facile vincere i voti nell”urna che poi guardare ogni giorno negli occhi i militanti e dare una direzione. Dico di fare attenzione ad alcune cose che si dicono perche’ le istanze della vecchia Lega sono ancora le nostre istanze. Nessuno puo’ pensare che non sia cosi'”, ha ammonito il deputato Stefano Candiani. Al congresso era presente anche il governatore lombardo Attilio Fontana, che e’ di Varese, mentre non ha partecipato il ministro dell’Economia e vice segretario Giancarlo Giorgetti, di Cazzago Brabbia. Una poltrona nella prima fila della platea del Teatro sociale di Busto Arsizion e’ stata riservata al ricordo dell’ex segretario Roberto Maroni, originario di Lozza. In suo ricordo, i militanti hanno sistemato una bandiera della Lega lombarda, il libro ‘Il mio Nord’ scritto nel 2012, e un paio di occhiali rossoneri.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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