Lucia Lombardo è stata una stella della musica, avendo lavorato come artista nello stesso habitat di Conte, Capossela e Guccini per citarne alcuni. Versatile e raffinata, ha fuso questi ingredienti in una nuova sfida, il settore immobiliare.
Da dietro le quinte organizza eventi di alto profilo, ai quali partecipano nomi di grande richiamo del giornalismo e della cultura italiani… Dietro tutto ciò, anche l’influenza di un papà che fin da piccola l’ha formata con la mentalità di una professionista.
In giro per l’Italia, organizzerà eventi dal vivo chiamati “Le Case di Lucy”, grazie ad un innovativo concetto Open House di Remax, che la Lombardo ha sviluppato e arricchito, unendo cultura, arte, storia e cinema, e mescolando il tutto nel presentare bellissime case storiche e non, di volta in volta legate per qualche motivo alle vicende più celebri ed al costume di una città, come di una via in particolare.
Il 18 gennaio si parte da Milano, dove una casa sarà presentata ai possibili acquirenti, facendoli immergere nell’atmosfera vintage milanese, grazie al racconto sulla vita di Walter Chiari.
Anima ed emotività saranno le chiavi di volta per accendere un progetto collaudato che… Fa vendere alla grande!
Nell’intervista piena di entusiasmo che segue, si apre ai nostri occhi un mondo e la consiglio a chiunque si trovi a svoltare strada nella vita, e a dover trovare nuove idee professionali per superare gli ostacoli che ci si presentano.
D. Partiamo da un dato, per iniziare. Il settore immobiliare è in crisi in Italia in questi ultimi anni. Cosa l’ha portata a scegliere questo settore e a quale target di compratori si rivolge?
R. Complimenti, bella domanda! Dunque… Il settore immobiliare necessita sempre di nuovi stimoli. Una volta si pensava bastasse una foto su Internet o su una pagina FB. Invece poi si sono resi conto tutti che una bella immagine non basta, ma serve un tema, un vero e proprio marketing. Bisogna quindi curare ogni dettaglio del prodotto da mettere sul mercato. Io sono quella che controlla che tutto sia in ordine e pulito tanto per cominciare. Ricerco la perfezione.
Da qui in poi si stabilisce il target come diceva lei. Si valuta se l’immobile si riferisce a degli investitori piuttosto che ad una famiglia. Entrano in gioco quindi la parte estetica e quella burocratica: se ad esempio ci sono ristrutturazioni da fare o qualunque altra situazione, faccio in modo emerga subito dalla documentazione. La trasparenza e la precisione sono importantissime. Questo è utile proprio in un momento di crisi come questo.
Il perno del mio brand è infine quello dell’emotività: noi siamo esseri umani e quindi necessitiamo di un’atmosfera che faciliti l’emozione che colpisce. Tutto dev’essere presentato come se fosse un atelier.
D. Immagino però una certa fissità in questo contesto: noi siamo abituati a spot pubblicitari per esempio nei quali c’è del dinamismo e l’attivazione di una simulazione per esempio, nel presentare la casa in vendita.
R. In realtà no, perché le strategie sono sempre molto diverse. Il metodo di base certamente è sempre lo stesso e parte dall’osservazione. Ma la parte operativa è intessuta intorno all’immobile. È come fare un vestito intorno ad una persona. Poi ci sono misure diverse. Si analizza il movimento e l’andatura all’interno di quel vestito. Più o meno è la stessa cosa. Un esempio: una casa a Firenze appartenuta a Benvenuto Cellini, ha un target che coinvolge più i turisti e si crea un evento (come quelli che sto facendo adesso), sulla base della biografia di quel personaggio storico. Quindi io leggo prima di tutto la sua biografia ed intorno a questo, creo l’evento.
Ed è venuta fuori una mostra con le sue opere, l’attore che impersonava il fantasma di Cellini, e quello era il vestito giusto per quella casa.
Se mi devo occupare di una casa in Via Moretto Da Brescia, luogo dove ci sono stati artisti, è stata una via importante per Milano, c’è stato insomma un movimento artistico, adesso credo ci abiti un produttore, allora capiamo che il target era quello che si rivolgeva ad una personalotà che ama vivere quel tipo di atmosfera.
In questo caso mi è venuta in mente la presentazione di un libro su Walter Chiari, perché lui fu qualcuno che va a richiamare questo tipo di atmosfera, di “quella” Milano. Non è omologato quindi come discorso. È molto soggettivo, insomma. Io tendo molto a lavorare anche sulle mie emozioni. Perché se io mi emoziono, riesco a mia volta a trasmettere agli altri questa cosa.
D. E difatti, io volevo porle molte domande su tutto ciò, ma prima volevo chiederle come inizia questa sua nuova carriera, dal momento che lei stessa era un’artista. Come ha scoperto in se stessa le competenze e le qualità per svolgere questo lavoro?
R. Parto da lontano. Mio padre da giovane era stato un attore. Era poi rimasto un po’ deluso dal mondo dello spettacolo. Poi diventando più adulto, aveva sviluppato un nuovo interesse per la comunicazione, diventando un direttore marketing. In particolare era specializzato proprio nel settore immobiliare. Quindi dove tutti i papà leggevano ai figli la favola di Biancaneve, il mio mi faceva trovare un libro da discutere con me su cosa avesse fatto la Coca Cola per vendere il suo prodotto. (Ridiamo).
E pensare che a quei tempi io rispondevo che noia!, non ne posso più! A me piaceva suonare, io ero uno spirito d’artista, mi piaceva la musica. Già a 13 anni scrivevo le mie canzoni. Poi una serie di vicissitudini mi hanno portata ad andare via di casa a 16 anni, e cominciai a lavorare con Renzo Fantini che gestiva Conte, Guccini, Capossela, ed io mi ero immersa nel fare l’artista, e avevo lasciato indietro tutta questa pragmaticità. Con la scomparsa di Fantini, avevo smesso completamente di suonare… In quel momento di grandissimo buio, in qualche modo ho riscoperto altre possibilità accantonando per un po’ la musica.
Crescendo una Lucia adulta ha iniziato a pensare al suo futuro, tirando fuori un lato più razionale. Ho preso quindi l’abilitazione come agente immobiliare, facendo una sorpresa a papà. Per me è stata anche una sfida, perché studiare tipo matematica, pratiche catastali, e altro ancora, per la mia mente artistica e creativa, non è stato evidente.
E poi mi sono trovata catapultata in questo mondo, ed inizialmente io stessa mi domandavo: “Ma io cosa c’entro?”. Io ero una che arrivava in ufficio con le cuffie, ascoltando la musica, con tutti che mi guardavano come per dire “Ma questa qua è una matta!”.
Mi sentivo fuori dal mio mondo. Invece poi mi sono resa conto piano piano che strada facendo, nel lavoro io già stavo concependo la mia idea per realizzare questo lavoro in un modo creativo.
Quando iniziai a vedere i clienti entusiasmarsi se avevo fatto un on stage di un certo tipo, e poi arrivavano le proposte dopo un “Wow!”, e dall’ufficio potevo preparare la proposta, capivo felice di essere finalmente sulla strada giusta! In particolare, mi torna in mente il primo caso di una ragazza che aveva questa casa che faticava a vendere, perché non aveva il balcone: io a questa casa ho rifatto completamente il look!
Ho immaginato Parigi. Ho organizzato un on stage tutto a tema parigino, mi sono associata ad una pasticceria francese, così che all’inizio entravi in casa e mangiavi un pasticcino francese, entravi e sentivi la musica di Aznavour, e intorno c’erano dei libri che facevano delle pile. Era tutto molto bello e l’abbiamo venduta in due giorni, superando le aspettative di vendita.
Da quel momento è successo che tutti i miei colleghi mi guardavano sotto un’altra luce!
In un’altra occasione ho avuto a che fare con una casa molto elegante, che mi ricordava il teatro, e avevo associatol’Open House appunto alla teatralità. Anche quella casa l’ho venduta a velocità della luce: siamo riusciti a trasferire quell’atmosfera e quella sensazione di classe nella sua presentazione.
Da lì in poi è nato il mio brand.
D. Non per niente il 18 gennaio prossimo, lei avrà un nuovo appuntamento Open House a Milano, dove il protagonista della presentazione della casa, sarà Walter Chiari: cosa l’ha ispirata di questo celebre artista? Inoltre, vi è stata la collaborazione dell’architetto di fama mondiale, Paolo Rizzatto. E poi volevo anche domandare lo svolgimento: ci saranno interviste on stage?
R. Rizzatto ha progettato la casa in vendita. La casa grazie a lui avrà quel touch ancora più particolare, che ha fatto si che io me ne innamorassi. Però durante l’evento le interviste saranno dedicate a Walter Chiari, grazie allo scrittore e giornalista, autore della sua recente biografia, Michele Sancisi. Biografia il cui titolo è”100% Walter Chiari. Biografia di un genio irregolare”. È un libro interessante perché va a toccare proprio la vita di Chiari, e ho voluto questo perché l’ispirazione mi è scoccata proprio entrando nella casa. Ho immaginato di raccontare seduti comodamente all’interno, la vita di un artista non sotto i riflettori, ma scaldati dal calore umano di un focolare… Noi entriamo e gli chiediamo di raccontarci questa storia, con un bicchiere di vino in mano.
‘Fammi rivivere quella Milano!’. Brian Bob arriverà a dare più valore a tutto questo, perché con la sua chitarra, visto che non potevo immaginare di farne a meno, suonerà delle musiche messe in scaletta opportunamente a tema. Lucio Giordano famosissimo giornalista, gestirà tutta “l’orchestra”!
D. I pezzi musicali non saranno a caso…
R. Ci saranno Jannacci, Gaber, proprio per sentirci all’interno di quella realtà… Calore umano, gioia. C’è bisogno di sorrisi! E sono certa che per capire come vendere una casa, ci voglia comunque una certa sensibilità artistica. Sembra persino improponibile in una società che oggi avanza con l’Intelligenza artificiale, ma io credo molto nell’umano e nelle nostre emozioni.
D. Cosa l’ha coinvolta della vita di Walter Chiari?
R. Allora, io ritengo che la comicità sia comunque frutto di una grandissima intelligenza superiore. La dinamicità, la comicità, il coinvolgere il pubblico sono sempre frutto di profondità. Io in questi tipi di soggetti ho sempre visto degli esseri profondi che in realtà, sono sensibili e hanno quindi sofferto ed infatti l’autore della biografia, tocca dei punti che sono quelli della sofferenza. Io stessa ho attraversato dei momenti di sofferenza che però una volta superati, hanno fatto si che io mi sentissi libera di tirare fuori quel lato “idiota”, mi permetta il termine, come nei miei video, dove scherzo e mi esprimo anche fisicamente e con un cappello, mi diverto e voglio suscitare divertimento negli altri. Tutto questo nasce dalla punta di un iceberg: dietro il sorriso c’è sempre qualcosa di più… C’è una storia. Questo è ciò che ho trovato in comune con Walter Chiari: nella sua biografia ci sono punti di dolore estremo, ma da lì nasce la sua capacità di ridere della vita.
D. Io lo vedrei bene anche come format televisivo. È già previsto?
R. Si, certo! Io l’ho già pensato e scritto, e ho intenzione di proporlo. Ci sto lavorando.
D. Abbiamo parlato di emozioni… Un ricordo affettivo della casa del passato e la casa futura dei suoi sogni?
R. Ricordo affettivo… Sicuramente i miei genitori… Hanno abitato sui colli piacentini, in Val Trebbia, e ricordo mio padre seduto accanto al fuoco, che si godeva questa casa di campagna, molto calda ed accogliente… Sentiva di aver trovato il suo senso della vita e delle piccole grandi cose. Questa immagine mi suscita tenerezza e calore…
Ehhhh…. Poi, quella dei sogni? Che bella domanda! Mi sta facendo domande una più bella dell’altra! (Ride) Dunque… La mia casa dei sogni è… Forse non ci ho mai pensato davvero!… La immagino ad esempio piena di libri, poi io amo il mare e quindi sarebbe edificata lì di fronte… Ho un lato romantico! (Sorride) Mi immagino nel mio eremo, con le mie chitarre… Ma è un sogno che per ora posso lasciare nel cassetto. Ora debbo stare qui a battagliare!
D. Uhm! Battagliare? Quindi è un lavoro adrenalitico, giusto?
R. Molto! A me questo piace tantissimo. Sono innamorata del mio lavoro. È un lavoro a contatto con il pubblico e adrenalina ce n’è perché bisogna prestare molta attenzione e cura in quello che si fa, perché è facile perdere un cliente. Per questo io ringrazio molto la mia azienda, sono supportata da loro, noi abbiamo uno staff che segue bene tutte le pratiche, sono supportata nell’organizzazione, fotografi, on steger, ufficio stampa, abbiamo un’ottimale suddivisione dei compiti. L’agente immobiliare è quella persona nella quale riponi massima fiducia, ed alla quale puoi delegare tutto e partirtene in vacanza! (ride).
D. L’ultima domanda: dopo il 18 gennaio ci saranno altri eventi?
R. (Ride) Se Dio vorrà, sicuramente! Soprattutto se mi offriranno altre vendite di case delle quali potrò innamorarmi…
Monica Mazzei
Freelance culturale
TicinoNotizie.it