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L’avvocato di Maroni: Procura voleva condanna post mortem

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MILANO La Procura voleva una “condanna post mortem” e “la sentenza arriva postuma e assolve Roberto Maroni dalle accuse, ma visti i danni dell’indagine e le pene patite durante il processo, mai come stavolta l’assoluzione giunge inutile, non consola nessuno. Lui già da tempo è nella pace dei giusti”.

E’ il commento dell’avvocato Domenico Aiello, legale dell’ex governatore lombardo morto lo scorso novembre, dopo la sentenza che ieri ha assolto con formula piena il coimputato Guido Bonomelli. “‘La banalità del male’ si potrebbe dire – ha spiegato Aiello -. In un Paese civile una persona in determinate condizioni di salute non viene processata. Il procedimento si sopende, per non aggravare o appesantire uno stato di salute precario. L’accusa ha voluto concludere il processo e istruirlo fino alla fine – ha proseguito il difensore – con un pm che non ha mai creduto alla parola degli avvocati, ma a questo siamo abituati, e non ha creduto alle certificazioni, che parlavano di patologie gravi e condizioni di costante sofferenza. Ha quindi concluso chiedendo la condanna post mortem, una sorta di damnatio memoriae”

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