RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – “Per la prima volta, in tanti anni spesi al servizio della vita e della famiglia, ho provato un brivido di terrore…
La nostra sede è stata oggetto di attacchi in passato ma mai avrei immaginato di assistere ad atti che potremmo definire TERRORISTICI.
Ma voglio raccontare tutto in ordine per questi eventi sono così gravi che ormai tutti i giornali e TG ne stanno parlando, ed è intervenuto persino il Presidente del consiglio.
Sabato scorso, in occasione della “manifestazione contro la violenza”, la nostra Associazione è stata presa di mira da un assalto coordinato, perpetrato da manifestanti incitati dall’organizzazione transfemminista “Non Una di Meno”.
Sembrava una scena di guerra.
Con una brutalità inaudita, i manifestanti transfemministi di “Non Una Di Meno” hanno scagliato contro la polizia bottiglie, pietre, petardi e fumogeni.
In pochi minuti, la massa di manifestanti ha scatenato uno scontro fisico violento con le forze dell’ordine costrette ad abbandonare la loro posizione in difesa della nostra sede…
Dopo aver eliminato le nostre telecamere di sicurezza, si sono scagliati contro le nostre serrande cercando di forzarle e hanno distrutto la vetrata dell’ufficio con una spranga.
I cori ripresi nei video dell’aggressione hanno chiarito quali fossero le loro reali intenzioni. Volevano incendiare la nostra sede:
per la prima volta, in tanti anni spesi al servizio della vita e della famiglia, ho provato un brivido di terrore…
La nostra sede è stata oggetto di attacchi in passato ma mai avrei immaginato di assistere ad atti che potremmo definire TERRORISTICI.
Ma voglio raccontare tutto in ordine: Fabrizio, leggi fino alla fine, perché gli eventi sono così gravi che ormai tutti i giornali e TG ne stanno parlando, ed è intervenuto persino il Presidente del consiglio…
Sabato, in occasione della “manifestazione contro la violenza”, la nostra Associazione è stata presa di mira da un assalto coordinato, perpetrato da manifestanti incitati dall’organizzazione transfemminista “Non Una di Meno”.
Fabrizio, sembrava una scena di guerra.
Con una brutalità inaudita, i manifestanti transfemministi di “Non Una Di Meno” hanno scagliato contro la polizia bottiglie, pietre, petardi e fumogeni.
In pochi minuti, la massa di manifestanti ha scatenato uno scontro fisico violento con le forze dell’ordine costrette ad abbandonare la loro posizione in difesa della nostra sede…
Fabrizio, quel che è successo dopo è su tutti i giornali…
Dopo aver eliminato le nostre telecamere di sicurezza, si sono scagliati contro le nostre serrande cercando di forzarle e hanno distrutto la vetrata dell’ufficio con una spranga.
I cori ripresi nei video dell’aggressione hanno chiarito quali fossero le loro reali intenzioni. Volevano incendiare la nostra sede:
“Odio eterno per Pro Vita & Famiglia… Bruceremo tutto!”, “I Pro Vita si chiudono col fuoco, ma con i Pro Vita dentro, sennò è troppo poco!”
Solo per un soffio, non siamo qui a piangere vittime innocenti: è stata chiamata la polizia scientifica e gli artificieri che hanno confermato che si trattava di un oggetto similare a una molotov con all’interno della polvere pirica…
Un ordigno, un messaggio: o tacete, o vi facciamo fuori. Ci vogliono silenziare. Ti vogliono silenziare. A tutti i costi. Secondo te, dovremmo rimanere in silenzio? Dovremmo arrenderci al terrore?
Ora, è il momento di rispondere. Non con la violenza, ma con una solidarietà che rompe le catene della paura e dell’intimidazione.
Questo è un attacco non solo a noi, ma a tutti coloro che osano sfidare il pensiero dominante. È un atto che svela l’ipocrisia di chi grida alla violenza per poi esercitarla senza scrupoli; l’ipocrisia dei movimenti transfemministi che hanno sfruttato i recenti fatti di cronaca per portare avanti un’azione intimidatoria contro la nostra onlus…
Una violenza ancor più ingiustificata vista l’attività della nostra associazione: la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, la promozione della famiglia e la tutela della maternità. Un’associazione composta anche da donne, per la tutela delle donne.
Un fatto così grave non è passato inosservato: ha scosso l’opinione pubblica e attirato l’attenzione dei media nazionali. Non siamo più una voce isolata che grida nel deserto, ma un simbolo di resistenza che ha risuonato in ogni angolo del Paese.
Ma, dopo tutto questo clamore mediatico, cosa resterà? I responsabili la faranno franca? Saranno lasciati liberi di minacciare con i loro atti terroristici chiunque voglia proteggere la vita e la famiglia?
Lasceremo che tutto cada nella profonda e oscura caverna dell’indifferenza fino a quando qualcuno del nostro team (Dio ce ne scampi) perderà la salute… o la vita? Lo permetteremo?
Ma non è solo la nostra incolumità il problema: il mio assillo sono i milioni di esseri umani concepiti condannati a morte per disabilità o malattie o perché “indesiderati”. Sono le migliaia di donne costrette o indotte ad abortire, o costrette a rinunciare a formare una famiglia…
È per loro che lo facciamo. Non è per noi. È per loro!
Possono attaccare, censurare e minacciare di bruciarci vivi dentro la nostra sede quanto vogliono. Non indietreggeremo di un solo millimetro: AVANTI TUTTA!
Abbiamo già incaricato i nostri avvocati di preparare una denuncia importante contro i colpevoli dell’assalto e dei tentativi di incendio.
Dobbiamo riparare la sede, pesantemente danneggiata, ma, soprattutto dobbiamo rilanciare – come ti ho già annunciato in precedenti email – una grande campagna per la vita a tutela dei bambini nel grembo e delle madri.
Non so se abbiamo i soldi. Ehi, va bene, faremo le collette. Ci aiuteranno tanti piccoli benefattori che hanno a cuore quei bimbi e quelle donne che difendiamo. La Provvidenza opererà.
Rilanceremo con altre affissioni. Altre campagne. Altre azioni legali. Altri articoli. Altri video. Altre manifestazioni. Altre testimonianze. Altri progetti. Di tutto.
Siamo stati attaccati con un odio che sfida ogni logica, ma non ci piegheremo. La nostra determinazione è più forte del ferro.
P.S. L’ordigno esplosivo trovato è una dimostrazione scioccante dei limiti che alcuni sono disposti a raggiungere per intimidirci. Non possiamo e non daremo loro questa vittoria”.
CHI VUOLE PUO’ DARE UNA MANO CONCRETA A PRO VITA.
TICINO NOTIZIE SCEGLIE LA VITA E SCEGLIE CHI NON SI OMOLOGA AL PENSIERO DOMINANTE.
FAI UN GESTO PER LA VITA, DONA ANCHE TU!
Bonifico bancario
Intestato a: Pro Vita e Famiglia Onlus
Banca: Intesa San Paolo
Causale: Contributo dopo assalto alla sede
IBAN: IT65 H030 6905 2451 0000 0000 348
Bollettino postale
Intestato a: Pro Vita e Famiglia Onlus
Causale: Contributo dopo assalto alla sede
Conto corrente: 1 0 1 8 4 0 9 4 6 4