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Larkin Poe – “Blood Harmony” (2022) by Trex Roads

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Ci sono famiglie in cui la musica e il talento scorrono nel sangue e nel Sud degli Stati Uniti questa particolare situazione la si trova con maggiore frequenza rispetto al resto del mondo.
Perché ci sono luoghi in cui la musica, rock, southern, soul e blues, è parte dell’ambiente e dell’aria che si respira. Luoghi come la Georgia, che sono stati culla di alcuni dei più grandi artisti della musica americana.

Ecco, la famiglia Lovell è uno degli esempi più fulgidi di questa riflessione e le sorelle Rebecca e Megan sono l’eredità lasciata al mondo da questa famiglia.

La storia non è appena cominciata, le sorelle hanno iniziato giovanissime la loro carriera e nel 2006 (assieme all’altra sorella Jessica) fondarono la band Lovell Sisters, che si sciolse poi nel 2009 dopo aver autoprodotte due dischi.

La fondazione ufficiale di questa band, formata solo da Rebecca e Megan, avvenne nel 2010 e la scelta del nome fu una dedica al soprannome del bisnonno di quinta generazione (fate voi i conti su quanti bis sono…) e anche alla loro lontana parentela con il celebre scrittore Edgar Allan Poe.

Il loro esordio ufficiale è datato 2014, Kin, e nello stesso anno scossero dalle fondamenta il Glastonbury Festival, dove furono la giovane band più ammirata.

Un’ascesa che però aveva bisogno di un ulteriore passo avanti, la maturazione del sound e la loro voglia di fare loro la musica che usciva dagli studi di registrazione, le portò all’autoproduzione nel 2017 e da allora il loro successo non ha fatto che aumentare, fra collaborazioni e presenza in colonne sonore di successo.

 

Questo Blood Harmony è il sesto della loro già corposa discografia e posso, senza possibilità di essere smentito, dirvi che è il loro disco più maturo, intenso, divertente e qualitativo. Anzi, aggiungerei che è uno dei dischi di rock americano più entusiasmanti di questo 2022.

Il duo dal talento scintillante, che si avvale dei loro collaboratori storici alla ritmica, Tarka Laymann al basso e Kevin McGowan alla batteria, è fuoco che brucia.

Rebecca, scrittrice della maggior parte delle canzoni, è voce, chitarra e tastiera, è anche moglie di un altro talento della musica americana di cui vi avevo parlato qualche settimana fa e cioè Tyler Bryant (che ha aiutato la produzione del disco). Megan è, come la chiama la sorella, “la Regina dello slide”, suona la lap-steel, la chitarra resofonica e l’armonica.

Insomma due polistrumentiste, cresciute con la musica rock e la musica classica nelle orecchie, in una famiglia dove il talento è veramente di casa.

Il disco è composto da 11 pezzi trascinati dalle chitarre, dalla slide, dalla ritmica indiavolata, un southern rock influenzato dal blues, dal soul, con un carattere forte, poco incline a rallentare la corsa. Una vampata di fuoco del Sud che vi avvolgerà e vi trascinerà nelle storie della famiglia Lovell.

Siete pronti per un viaggio attraverso le paludi solcate dal blues più caldo e umido? Fate partire il primo pezzo, Deep Stays Down e vi potrete immaginare in uno dei quei juke joint dove Robert Johnson scuoteva le folle negli anni ’30. Le voci tagliano l’aria, creano contrapposizione con il ritmo cupo e trascinato, la ritmica è appena accennata e la resofonica cesella un suono che ipnotizza fino a scuotervi con l’esplosione elettrica del finale.

Il duo scomoda i Santi e con il southern esplosivo di Bad Spell, risponde al grande Screamin’ Jay Hawkins e alla sua I Put a Spell On You. Le chitarre graffiano gli speaker, sporche e intense, la voce è fantastica nel trascinare il vortice che sa di rock e rende omaggio ad uno dei pionieri della musica blues rock moderna. Stupenda.

 

La dedica sentita alla loro terra in Georgia Off My Mind è un riff molto rockeggiante che sa di blues e sapori del Sud, un pezzo che ci parla di sogni inseguiti così tanto da lasciare il posto dove si è cresciuti nello specchietto retrovisore, ma ben saldi nel cuore. Il brano sembra uscito da una jam session coi conterranei Blackberry Smoke e fidatevi è un bel complimento.

Orgoglio del Sud che trasuda anche dalla ritmata Southern Comfort, anche qui il southern rock è declinato in maniera personale e trascinante, le chitarre fanno un lavoro spettacolare. L’energia del sound risente anche dell’orecchio da rocker del marito di Rebecca alla co-produzione e probabilmente ha contribuito a completare la visione delle sorelle Lovell. L’assolo finale poi è gioia slide.

Bolt Cutters & The Family Name è groove, è quel ritmo che scuote le ossa, è fuoco che arde e sconvolge le anime. Una dichiarazione di intenti chiara e netta. Brucia tutto e brucia forte.

La title track, una canzone di rock trascinato dalla slide di Megan, è solcata da una prestazione vocale di Rebecca eccezionale, intensa ed emozionante, mentre ci canta della potenza della connessione famigliare nella loro musica: “più della carne, più delle ossa / Quando canto, non canto da sola”. Abbiamo la pelle d’oca per queste parole così semplici, ma intense, un rendersi conto che senza le loro radici non sarebbero quello che sono e cioè le due sorelle più rock e talentuose della musica americana.

Kick The Blues è un rock divertente, movimentato, energico, dove le chitarre ci trascinano in un live club a saltare e a cantare a squarciagola. Rock and roll amici, come quello che altre donne di talento suonavano nel passato, echi di Janis Joplin e Joan Jett, da ballare fino alla sfinimento. Le sorelle Lovell, divenute celebri per le loro dirette su YouTube dove suonavano cover degli anni d’oro, hanno imparato quella lezione e la stanno declinando in maniera personale e dannatamente bella.

L’unica concessione al rallentamento della corsa, è la ballata blues rock Might as Well Be Me, con la voce ancora sugli scudi, sembra che per una volta non saranno le chitarre protagoniste, ma è solo una sensazione perchè il pezzo contiene un assolo splendido, maestosamente blues e ora avete capito perché Megan è la regina della slide.

Le chitarre non hanno finito e tornano a scuoterci le ossa in Summertime Sunset e la voce sale fin dove pochi possono arrivare, un southern rock come non si sentiva da tempo, intenso ed emozionante. Groove e slide, fin ad arrivare ad un assolo che trapana l’aria, bellezza che scintilla al sole.

La chiusura con Lip As Cold As Diamond è un lento blues dal sapore quasi gotico, una palude che si attacca all’anima, trascinante e il testo ricalca questo sentimento malinconico e che inquieta, l’incontro con il Creatore, la morte e il becchino. Una chiusura solcata ancora una volta dalla slide di Megan che penetra in profondità, come le parole che Rebecca ci canta con enfasi, quasi rivendicando con questa atmosfera cupa la loro discendenza dallo scrittore di racconti gotici.

Le sorelle Lovell portano la connessione famigliare ad un altro livello in questo Blood Harmony, ci emozionano e trascinano con un viaggio attraverso la musica del Sud, un viaggio nelle paludi del blues e sulle strade polverose del rock e intense del soul, un viaggio alle origini del southern rock, ma con un appeal di modernità e originalità che solo un duo di donne dal talento sopraffino poteva concepire. Non aspettate ancora amici, andate a conoscere la famiglia Lovell e il loro sound, se amate la musica di qualità non ve ne andrete facilmente dalla loro casa.

 

P.S. Non fatevele scappare dal vivo a Milano! Segnatevi la data 4 novembre 2023 al Fabrique!

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link: https://trexroads.altervista.org/blood-harmony-larkin-poe-2022-english/

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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