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L’affondo di Fusco: “Città Metropolitana morta già 5 anni fa”

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Il sindaco di Opera è da anni che ribadisce la pessima gestione dell’Ente

OPERA  – “E’ paradossale: quando nel 2016 sostenevo dai banchi di città metropolitana che stavamo amministrando un Ente inutile, un Ente già morto prima ancora di nascere tutti mi prendevano per visionario. Ora, a distanza di un solo anno gli attuali amministratori, sia di maggioranza che di minoranza, minacciano le dimissioni semplicemente perché in caso di fallimento di Città Metropolitana, grazie alle nuove norme in materia, non potrebbero ricandidarsi. Non bisogna andare lontano, non bisogna cercare nobili motivazioni: la loro scelta è puramente opportunistica e non certo dettata da un senso di responsabilità nei confronti dei cittadini. Quello che invece invocavo, contestando la legge istitutiva Del Rio, nei consigli metropolitani a Palazzo Isimbardi quando cercavo, da solo, di salvare la Provincia di Milano e le sue competenze. Altrimenti, questo che urlano in questi giorni ai 4 venti, lo avrebbero detto prima”.

Sono dure le parole di Ettore Fusco, Sindaco legista di Opera che commenta il comportamento dei consiglieri della Grande Milano che, se non vedranno approvare un decreto urgente di proroga che faccia slittare i termini di presentazione del bilancio, daranno le dimissioni in massa prima che venga decretato il fallimento dell’Ente.

“Sono anni che prima dai banchi della città metropolitana e poi dal mio ruolo di Sindaco – prosegue Fusco – evidenzio la gestione fallimentare dell’Ente. Un Ente inutile che ha mandato in blocco i servizi ed ha trasformato i territori dell’hinterland milanese in zone di periferia. Già nel 2016 senza i 50 milioni di euro del Governo non avremmo chiuso il bilancio. Ora l’incapacità degli amministratori di questa realtà milanocentrica, composta di nominati e non di persone elette, è sotto gli occhi di tutti. Ma è troppo tardi”.

(*fonte: ufficio stampa Comune di Opera)

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