Ladro ucciso a Milano: resta l’aggravante della crudeltà

Respinte eccezioni difesa nel processo per omicidio volontario

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Inizierà di fatto il 22 ottobre, con i primi testimoni dell’accusa in aula, il processo in Corte d’Assise a Milano a carico di Shu Zou, 31 anni, e dello zio Liu Chongbing, 50 anni, rispettivamente nipote e marito della donna titolare di un bar di viale Da Cermenate, a Milano, e che la mattina del 17 ottobre scorso uccisero a forbiciate Eros Di Ronza, 37enne che aveva tentato di rubare, con un complice poi fuggito, dei gratta e vinci.

Sono imputati di omicidio volontario con l’aggravante “dell’aver agito con sevizie e crudeltà”, un’imputazione formulata dalla pm di Milano Maura Ripamonti, che ha chiesto e ottenuto dall’ufficio gip il processo con rito immediato. Imputazione che la difesa dei due cinesi, con gli avvocati Simone Ciro Giordano e Eugenio Rogliani, ha cercato di contestare oggi, soprattutto in relazione all’aggravante, sostenendo fosse “generica” e non descritta con precisione e chiedendo la nullità della richiesta di processo.

I giudici (togati Bertoja e Fioretta) hanno, però, respinto questa eccezione, come altre avanzate dalle difese sulla costituzione di parte civile dei familiari della vittima, tra cui moglie e tre figli, assistiti, tra gli altri, dall’avvocato Mirko Perlino.

Le ferite mortali, come ricostruito dalla pm nelle indagini e dall’autopsia, vennero inferte a Di Ronza alla “vena giugulare esterna di sinistra”, al cuore, ai polmoni e “al fegato”. Venne colpito “ripetutamente 44 volte con una forbice della lunghezza complessiva di 22 cm e lama di 11 cm, mentre stava cercando di fuggire”.

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