Crescono le opportunità di lavorare in rete e fare sinergie nella Valle del Ticino
LONATE POZZOLO/VA – Il programma MAB Man &Biosphere è stato avviato dall’Unesco nel 1971 allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca e capacity-building. Il programma oggi, vista la problematica del cambiamento climatico, il problema degli incendi boschivi, riveste un ruolo indispensabile e molto attuale.
Essere riconosciuti MAB Unescosignifica far parte a livello internazionale di quei territori che i s’impegnano a gestire nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile, nel pieno coinvolgimento delle comunità locali per le generazioni future.
La Valle del Ticino, da Sesto Calende al Po, tutelata dai due Parchi del Ticino, lombardo e piemontese, vanta l’importante riconoscimento di Riserva della Biosfera dal 2002, titolo riconfermato dalla Commissione Unesco nel 2014, con l’inclusione nel proprio ambito anche del territorio delle colline novaresi.
Oggi la Riserva, mediante un impegnativo lavoro di coinvolgimento di stakeholder, presenta una nuova candidatura per estendere tale riconoscimento al territorio lombardo e piemontese che dal limite settentrionale della Riserva attuale si estende sino al confine svizzero, andando ad includere l’intero ambito del Lago Maggiore e dei Comuni rivieraschi e il territorio afferente al Parco Nazionale della Val Grande e del Parco regionale del Campo dei Fiori. Nella sua nuova configurazione, la Riserva assumerà il nuovo nome Ticino Val Grande Verbano, al fine di identificare i principali ambiti territoriali inclusi nella nuova area.
Il dossier di candidatura è stato redatto quasi completamente da personale interno degli Enti proponenti: il gruppo di lavoro costituito dal Direttore del Parco Nazionale Val Grande, dai tecnici dell’Ufficio MAB della Riserva Valle del Ticino Monica Perroni e Francesca Trotti e da Camilla Scalabrini GisterGeomaticaS.a.S di Verbania , e pertanto ha comportato un costo quasi pari a zero.
Questo lavoro fa parte di un viaggio, di un cammino che ha messo in rete molteplici realtà istituzionali e soggetti dell’associazionismo e comunità locali per smuovere le coscienze degli adulti tutti per preservare il capitale naturale non mediante rigidi vincoli ma attraverso programmi di educazione e sensibilizzazione ambientale rivolti ad un pubblico di 360°.
Far parte del circuito MAB significa essere parte di un circuito mondiale di luoghi di grande pregio che hanno anche qualcosa da dire sullo sviluppo sostenibile, sulla qualità del sapere, del vivere. Il MAB-UNESCO lo possiamo immaginare come filo conduttore delle pianificazioni e progettazioni di un territorio vasto e con la condivisione internazionale delle scelte fatte. Questi luoghi sono ricchi di bellezza, di valori materiali e immateriali; di tradizioni; di un sapere tramandato in agricoltura, nell’artigianato. Al contempo i nostri giovani si misurano con la contemporaneità, la tecnologia, l’innovazione, e la responsabilità sociale di tutti è quella di farli crescere con la consapevolezza del valore del passato e del patrimonio che si è conservato, dando loro gli strumenti per salvaguardarlo e accrescerlo.
I due Parchi (Val Grande e Campo dei Fiori) che vengono inclusi nell’ambito vanno a costituire le nuove aree core e buffer della Riserva, insieme alla già riconosciuta Valle del Ticino, mentre i Comuni che hanno aderito alla proposta come area transition, si configurano come territorio di sperimentazione della sostenibilità e di dimostrazione della fattibilità di corrette programmazioni economiche orientate allo sviluppo, a beneficio dei territori e delle comunità locali. In tali ambiti il riconoscimento Unesco non andrà ad apporre nuovi vincoli o limitazioni alle attività antropiche, ma costituirà valore aggiunto, volano per la promozione, la conoscenza e la sensibilizzazione.
La zonazione delle Riserve della Biosfera
Il Programma MAB suddivide le Riserve in tre zone
Le core zone sono le aree dove le attività umane sono limitate e si perseguono come obiettivi prioritari la tutela e la conservazione durevole degli habitat naturali e delle comunità.
Le buffer zone circondano o confinano con le aree centrali, e in esse si possono realizzare solo le attività compatibili con gli obiettivi di conservazione, tra cui l’educazione ambientale, l’ecoturismo, il monitoraggio e la ricerca scientifica.
Le transition zone sono la parte della riserva in cui sono permesse più attività, consentendo lo sviluppo economico e umano, socio-culturalmente ed ecologicamente sostenibile.
Il territorio della Riserva candidata presenta un’elevata biodiversità, primariamente identificata da un ricco e variegato mosaico di strumenti di tutela costituito da una ventina di parchi e riserve e da oltre 40 siti della Rete Natura 2000, nonché un tessuto socio economico fortemente interconnesso sia con l’ambito metropolitano milanese, sia con il sistema agricolo nella doppia connotazione di ambito a sfruttamento intensivo di pianura e di agricoltura estensiva fragile di collina e montagna. Parchi in rete e connettività territoriale per lo sviluppo sostenibile integrato è il primo assunto geo ambientale in grado di connettere le tre funzioni della candidata Riserva della Biosfera: conservare il ricco mosaico di biodiversità, gli ecosistemi, le connessioni ecologiche ed il paesaggio, praticare modelli di sviluppo sostenibili ed esportarli al di fuori delle aree protette tradizionalmente riconosciute, supportare progetti culturali, educativi e di ricerca di conservazione e di sviluppo sostenibile. Interconnessione bio regionale ad ampia scala è il secondo assunto della proposta, ovvero creazione di un’estesa e continua Riserva della Biosfera in grado di interconnettere bio regione Alpina, bio regione Continentale e bio regione Mediterranea allargando la Riserva esistente ricomprendendo l’intero bacino imbrifero del Ticino e del lago Maggiore.
Obiettivo finale a cui la Riserva tenderà nei prossimi anni, e di cui la candidatura in corso costituisce il primo step, è quello di addivenire alla creazione di una Riserva transfrontaliera italo-svizzera, con il coinvolgimento del costituendo Parco del Locarnese, attraverso l’inclusione del territorio limitrofo al tratto del fiume Ticino compreso tra le sorgenti e l’immissione nel Lago Maggiore, chiamato anche Ticino Superiore, in territorio svizzero. Accanto alla mutata configurazione dell’assetto territoriale, la proposta di ampliamento contemplerà inoltre un sostanziale mutamento anche dell’assetto socio-economico soprattutto in virtù del peso rilevante che nella nuova Riservaverrà ad assumere il settore turistico, andando ad includere nel proprio territorio ambiti a forte attrattività e valenza turistico-ricettiva che possono contare su una rete già sviluppata di itinerari turistici, di strutture ricettive e promozionali, di incentivazione a forme di turismo sostenibile.
I numeri della proposta:
Attualmente la Riserva Valle del Ticino include una superficie di quasi 150.000 ha, di cui circa 14.000 ha classificati come core area, 33.000 ha individuati come buffer zones e oltre 100.000 come zona transition. Oltre ai due Parchi del Ticino piemontese e lombardo, la Riserva include il territorio di 85 Comuni. La proposta di ampliamento andrà ad includere ulteriori 148 Comuni e un territorio che raggiungerà nel complesso le seguenti superfici: oltre 332.000 ha di estensione complessiva, di cui circa 18.000 ha classificati come area core, 51.000 ha come buffer zone e 263.000 circa come transition