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Dall'archivio:

‘La Pac minaccia la nostra agricoltura, la Lombardia si opporrà’

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MILANO – “Il lavoro svolto per la Risoluzione che mira a contrastare gli effetti negativi della Politica agricola comune dopo il 2020 ha dimostrato una grande senso di unità, per il quale ringrazio i consiglieri”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, intervenendo durante i lavori del Consiglio regionale, a proposito della risoluzione n.1 ‘Richiesta di impegno di Regione Lombardia per contrastare gli aspetti negativi della Pac post 2020’, che l’Aula ha poi approvato con 68 voti favorevoli e 1 contrario.

“Stiamo realizzando un gran lavoro in Europa, incontrando e coinvolgendo sul tema dell’agricoltura regionale parlamentari lombardi di ogni schieramento e portando la nostra posizione sul tema – ha sottolineato Rolfi -. Abbiamo avuto anche l’opportunità, non comune per le Regioni, di incontrare il commissario, a cui abbiamo rappresentato quanto le novità dei nuovi Regolamenti sulla Pac siano pericolose per la tenuta dell’agricoltura italiana e lombarda e da cui abbiamo avuto rassicurazione circa il lavoro di contenimento dei tagli”.

 Quattro i punti affrontati da Rolfi, legati ai nuovi Regolamenti comunitari. La ‘Convergenza esterna’, pur ridimensionata, è ancora problematica ed è concettualmente sbagliata, perché gli interventi sul primo pilastro non sono una forma di assistenzialismo agricolo, ma una forma di intervento sul reddito degli agricoltori per contenere la volatilità dei prezzi, vista l’instabilità dell’agricoltura che è legata anche a fenomeni metereologici e che non può prescindere anche dai costi di produzione: pensare di avere premi Pac/ettaro identici nel tempo in tutta Europa, significa spostare soldi da ovest a est, cioè dagli agricoltori italiani, e lombardi in particolare, verso gli agricoltori dell’Est, dove i costi sono minori e riguardano Paesi che hanno dato un contributo molto minore al fondo Pac. È un tema di giustizia, per cui ci batteremo”. “I temi della condizionalità e del benessere animale sono condivisibili, ma dipende da come si affrontano”, ha aggiunto Rolfi, affrontando il secondo punto: “quello del benessere animale è un tema etico, ma anche produttivo, perché può aumentare la produzione zootecnica, ma vigileremo perché non diventi un vincolo all’agricoltura e alla zootecnia intensiva come la nostra”.

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