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La “Natività” dell’Assunta di Magenta alla mostra ‘Il Rinascimento nelle terre ticinesi’

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MAGENTA – La prestigiosa tela del Cinquecento raffigurante la “Natività” inserita nel monumentale Polittico rinascimentale nel santuario dell’Assunta di Magenta andrà in mostra alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera dal  28 ottobre 2018 al  17 febbraio 2019. La mostra è a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa con l’allestimento dell’architetto Mario Botta. Il parroco, don Giuseppe Marinoni, ha acconsentito con entusiasmo al prestito nella consapevolezza che porterà un ulteriore contributo di conoscenza del patrimonio artistico magentino.

Per l’importante occasione l’opera è stata opportunamente restaurata dal restauratore prof. Carmelo Lo Sardo già autore,nella medesima chiesa, del restauro delle tavole del Bergognone. Le operazioni,sostenute economicamente  dal museo svizzero,   si sono svolte sotto la direzione della dottoressa Paola Strada della Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio  di Milano e dell’architetto Francesca Monno, direttore dei lavori dell’Assunta. La documentazione fotografica per il catalogo è stata curata da Massimiliano Magistrelli. La mostra indagherà sulla dispersione e il difficile ritorno delle opere d’arte. Che dal territorio per il quale sono state commissionate e create, si allontanano per scelta dei proprietari o dei custodi temporanei o per effetto di vicende esterne.

La vicenda che, a titolo emblematico, Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa scelgono di indagare è quella del Cantone Ticino, privilegiando un periodo storico ben preciso: il Rinascimento. Il medesimo che i due studiosi, allora affiancati da Marco Tanzi, avevano approfondito con “Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini”, nel 2010, una mostra sempre promossa dalla Pinacoteca Züst (la più visitata dall’apertura di quest’istituzione). L’occasione formale per questa indagine, e per la mostra che ne consegue, è la ricorrenza dell’Anno Europeo del Patrimonio; quella sostanziale: il recupero, grazie ad un acquisto sul mercato antiquario effettuato dalla Pinacoteca cantonale, di una preziosa tavola del 1526 di Francesco De Tatti, raffigurante “Santo Stefano davanti ai giudici”, dipinta in origine proprio per la Parrocchiale di Santo Stefano a Rancate. Francesco De Tatti (documentato dal 1512 al 1527) è stato il maggiore pittore varesino del Rinascimento.

E questa mostra ha il merito di approfondire la figura dell’artista attraverso una scelta delle sue opere (compresi i disegni) e con confronti volti a definire la sua cultura visiva: quindi dipinti del grande Bernardo Zenale – pittore e architetto trevigliese, a lungo attivo nella Milano di Leonardo – alla cui ombra De Tatti deve essersi formato, opere di Defendente Ferrari e Martino Spanzotti, un grandissimo artista attivo in Piemonte ma di famiglia varesina, stampe della bottega di Raffaello, al cui mondo precocemente De Tatti guarda. È confermata inoltre la presenza in mostra dell’Imago pietatis del Monte di Pietà di Milano, a indicare il raggio dei committenti di De Tatti nella capitale del Ducato.

Accanto a questi prestigiosi prestiti si prevede l’esposizione di disegni (da Leo von Klenze a Johann Rudolph Rahn) e antiche fotografie che possano contribuire a dare conto dell’originaria consistenza del patrimonio artistico ticinese. Prima che esso fosse vittima del processo di dispersione che ha privato il territorio di troppe sue opere.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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