La Milano precaria: musei civici in sciopero, ‘paghe da 700 a 900 euro’

"Uno stipendio di 7-8-900 euro, con turni di lavoro che tengono in ostaggio la possibilità di gestire il tempo fuori da lavoro"

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Sciopero dei lavoratori dei musei civici di Milano, che questa mattina si sono incatenati nell’atrio del Museo del Novecento in protesta contro “gli stipendi da fame” che percepiscono, chiedendo “un accordo vincolante che preveda l’applicazione del Ccnl Federculture per chi è in appalto – spiegano da Slang Usb – e l’inquadramento da subito nel giusto livello, il terzo livello impiegati e non il secondo livello operai”. Una quindicina di persone si sono riunite in protesta con cartelli con scritto ‘arte povera a 7,24 euro l’ora’, ‘incatenati alla precarietà’, ‘Vogliamo dignità basta stipendi da fame’ e ‘Basta Ccnl – Federculture subito’ dopo che già ieri era stato affisso lo striscione ‘Museo dei novecento euro al mese’ fuori dal palazzo.

“Le catene della precarietà – aggiungono dal sindacato – non costringono solo la realtà lavorativa con contratti precari, ma l’intera vita: uno stipendio di 7-8-900 euro, con turni di lavoro che tengono in ostaggio la possibilità di gestire il tempo fuori da lavoro, non permettono di vivere una vita dignitosa”. Per i lavoratori, che ribadiscono “la necessità di un confronto al più presto con aziende e Comune”, l’applicazione del contratto di lavoro Federculture è “un passaggio necessario per andare verso la reinternalizzazione di tutti i lavoratori impiegati nei siti pubblici. Lo sciopero ha causato la chiusura di diversi musei e creato disservizi con chiusure parziali in quelli maggiori – concludono – che sono presidiati anche da volontari, oltre che dai dipendenti comunali”.

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