La Luce di Fiorella Mannoia e Danilo Rea a Lugano- di Monica Mazzei

Al Palazzo dei Congressi della città svizzera la magia delloo straordinario live piano e voce di Fiorella Mannoia e Danilo Rea, capace di conquistare il pubblico di Lugano con la sua atmosfera intima e potente a lume di candela.

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“LUCE” è il nome dello straordinario live show musicale, nel quale da innumerevoli date, si esibisce il duo Fiorella Mannoia con Danilo Rea al piano. Fiorella non necessita di presentazioni: sulla scena da decenni, ha vissuto una carriera che prosegue ancora oggi, scandita da successi intramontabili, anche grazie a coloro che hanno scritto per lei.
Danilo Rea ha esordito nel 1975, e ha suonato con nomi del calibro di Renato Zero, Baglioni, Celentano, Pino Daniele, Gianni Morandi, Domenico Modugno, Riccardo Cocciante.

Il sipario si apre su un palco illuminato da centinaia di candele, che regalano un’atmosfera calda ed intima, accerchiando il pianoforte a coda e gli artisti, in una danza di luci che trasformano forme e lineamenti come in un sogno. Danilo Rea appare sul proscenio e celebra l’inizio della serata, esibendosi in una intensa “medley al pianoforte” di 14 minuti, con pezzi cult e classici della musica internazionale. Dopo il suo inchino ed il primo scrosciare di applausi, fa il suo ingresso Fiorella, di rosso sgargiante fasciata.

“Oh che Sarà”, brano celebre anche nella voce di Ivano Fossati, è la prima canzone che udiamo fluire nella grande sala del Palacongressi di Lugano; seguirà subito “Come si cambia”, in un rimescolio di emozioni che non smetteranno mai di rinnovarsi.

“Il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo”, esordisce la Mannoia, inaugurando il suo dialogo con il suo affezionato pubblico, “… Alla nostra età non ne vogliamo più cose stupide e persone che ci fanno perdere tempo. Comincia l’età della saggezza e ci si lascia scivolare addosso tante cose. Si inizia a ‘setacciare’ la propria vita, e si tengono solo le persone alle quali vogliamo davvero bene e le cose davvero importanti e belle”, continua poi.

Con queste parole, apre la strada ad un altro celebre brano di Fossati, che a ciò ha dedicato parole intessute di sogno: “C’è tempo”, che narra di attimi fotografati e segnati per sempre, a volte sognati.

“Ho sempre sognato di fare questo tour con Danilo Rea, che ormai va avanti da un po’. Spesso si rimanda per tanto tempo, tra un impegno di lavoro e l’altro, poi, il momento è arrivato e sono molto felice”, ci racconta Fiorella.

Quando si spandono le note de “La Donna Cannone”, un sospiro aleggia nella platea, come da poltrona a poltrona: è indubbiamente uno dei più belli tra i brani del panorama musicale italiano, perché non da ultimo, possiede una forte trama narrativa, nella quale l’ascoltatore entra in un racconto colmo di speranza ma anche dolore… Noi la vediamo fisicamente quella donna cannone, che diversamente non può fare, ma sogna altro…

Il fil rouge continua a dipanarsi, accompagnandoci tra le note de “La Cura”, il più commuovente brano del compianto Franco Battiato.

Da questo punto in poi si apre per Fiorella una appassionata parentesi, quella della canzone latina, grazie ad artiste come Consuelo Velasquez:

“Queste parole sono diventate nel suo Paese le più famose nel ventesimo secolo, e pensare che quando una giovanissima Consuelo le scrisse, non aveva ancora vent’anni e di baci non ne aveva ancora dato nemmeno uno! Ma mai tanta passione è stata messa in frasi come ‘Baciami presto, perché non c’è più tempo e poi non so se ci sarò’!”, ci narra l’artista, per poi tuffarsi nel vivo delle note.

Segue “Quizas, Quizas, Quizas”.

Con questi brani, l’esibizione sul palco della Mannoia diventa più movimentata, come in un vero show teatrale.

Con “Mexico e nuvole” omaggerà, come molti altri, Enzo Jannacci; culminando in una entusiastica esecuzione sempre più veloce, che coinvolgerà pienamente il pubblico.

“La domanda più ricorrente che ciascuno di noi si pone per tutta la vita, è ‘Chi siamo? Da dove veniamo e dove andiamo?’. Nessuno è mai riuscito a rispondere pienamente, nemmeno i più grandi filosofi… Poi c’è l’amore, e non solo noi artisti e poeti ci domandiamo cosa sia davvero. Ma nel bene e nel male, ne fa parte la ricerca della felicità…La felicità è effimera, quando l’afferriamo, quella fugge ancora… Così la pensava Lucio”, dice, mentre si appresta a omaggiare Lucio Dalla, con il suo amatissimo successo che reca proprio questo titolo: “Felicità”, in parole che ne sono quasi una invocazione.

“Non potete immaginare cosa significhino per me e Danilo questi brani. Io stessa ne riscopro ancora oggi significati nascosti, che forse non avevo afferrato ancora… Oggi queste canzoni non si scrivono più, è quasi inutile dirlo… Noi sentiamo non solo come un piacere immenso cantarle, ma anche come un dovere morale farle conoscere. Fatelo anche voi: riportatele alla memoria! Fatele sentire ai bambini! Perché non importa se poi nell’adolescenza cominceranno ad ascoltare tutta quella roba che gira oggi! Quel che hai sentito da bambino, prima o poi riemerge… Riemerge sempre!”.

Dopo questa introduzione, ascoltiamo uno dei migliori Lucio Battisti: “E Penso a Te”.

Non poteva mancare “Sally”, con le cui illuminate parole, Vasco Rossi ha fotografato i momenti della vita di una donna; lasciando poi il passo a “Via, via”, di Paolo Conte, della quale, ‘l’accappatoio azzurro’ rimane ancora oggi uno dei migliori simboli di un abbraccio.

Esplode quindi “Margherita” di Cocciante, nella quale tutta la platea si scioglie in canto e cori.

“Mio padre amava l’opera ed il clarinetto. E con la voce di un soprano, me ne cantava la sera tutte le arie, al posto delle favole. Così, a 7-9 anni, conoscevo già la storia di Rigoletto che aveva ucciso per sbaglio la figlia… Di Traviata che si riscattava solo alla morte… E Dio santo, io le trovavo un po’ inquietanti: tutte queste donne e ragazze morivano uccise, oppure si suicidavano, oppure ancora morivano di tubercolosi! A me piaceva Tosca: moriva suicida anche lei, però… Prima si vendicava alla grande, uccidendo colui che aveva rovinato la sua vita e quella dell’amato!”, conclude Fiorella con un sorriso ammiccante che diverte il pubblico, per poi inoltrarsi in note e parole dell’opera accennata.

Il bis inebrierà i presenti con il brano iconico: “Quello che le Donne non dicono”.

Grazie Fiorella!
Grazie Danilo!

Monica Mazzei
freelance culturale

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