Accade nella bassa padana, in quella pianura fertile e coltivata dai secoli dei secoli. Terre irrigate dal Reno, acque di Cesare, che sono, a nostra insaputa, una giungla. La jungla, come la si leggeva al tempo di Sandokan e delle tigri di Mompracem. Lรฌ, in quegli intrichi, dove si avventurano gli uomini veri, contadini in Denim Marlboro&Timberland e Land Rover Sport HSE, regna Igor. Igor il russo. Lโinafferrabile. Che poi Igor il russo si chiama Norbert ed รจ un serbo. Ma, alla fine, semmai verrร catturato, vivo o morto, potrebbe essere un impiegato comunale in aspettativa, uscito di casa anni fa dicendo che andava allโangolo per comprarsi sigarette e grappa con sottobraccio il manuale di sopravvivenza delle giovani marmotte. Sia chiaro, egli, questo yeti della giungla a nostra insaputa, รจ un assassino. Infatti lo vanno cercando. Corpi dโรฉlite, elicotteri, droni, tiratori con telemetrie allโinfrarosso, che a breve, fermi e immobili e pattugliare con lโocchio di ghiaccio, indosseranno le infradito stagionali che laggiรน sarร la canicola buona per maturare angurie, meloni, pere, mele, ciliegie, pesche, susine, albicocche la cui polpa rosea caramellata, ah, le albicoccheโฆ polpose. Per Giuseppe Arcimboldo un trionfo di carne vegetale. E cani. I cani molecolari. Cani, quadrupedi, ma molecolari. Uno sprovveduto come me, un fu cronista di provincia sebbene non provinciale, scriverebbe cane da caccia. Ma la caccia, si sa, fa schifo e non piace alla gente che piace intenta a disossare un fagiano per cena. E quindi cane molecolare. Achtung. Mi รจ accaduto di passare non poche volte per quelle plaghe che vedono le gesta del nostro yeti. Allโalba del Novecento mio padre nacque lรฌ, a Budrio. Da ragazzo, in quellโetร che allora era giร adulta, ci spesi giorni e mai scorsi jungle salgariane. Vero รจ, il vero sโimpone, che traversai quelle pianure guidando unโAlfa Romeo Giulia 1600 Super che ha la seduta bassa e non offriva quindi tutta la prospettiva di una Land. Il sommo intrico mi sarร sfuggito. Vidi la grande pianura, qualche canneto, villaggi da cui svetta il campanile, minuscoli cimiteri in cui angeli verdicano in quiete, e, fermi sotto il sole, casolari sparuti e invitanti al riposo pomeridiano. Nudi, sopra un letto rivestito di fresca canapa bianca. Io non so. Lo ammetto, non so quasi nulla di questa caccia allo yeti: lโabominevole uomo della jungla europea. Leggo. Leggo che รจ un esperto, uno Steven Seagal de noatri. Ma ne sorrido. E me lo immagino. Adesso, per esempio. Me lo vedo in un casolare. Igor-Norbert-Ughetto si alza allโalba delle 9, lโora della signoria, risvegliato dal profumo del caffรจ e dal suono del cucchiaio che monta, nella tazza, uno zabaione di uova fresche appena raccolte dalla sua massaia, albicocca di polpa rosabionda, che ha giร messo sul fuoco il ragรน per le tagliatelle che lei stende sullโasse con le sue braccia dai muscoli pieni, e sodi. Igor si alza e le allunga una calda carezza al garrese ancora fermo e insinua, annusando spingendole il generoso bacino al bordo del tavolo di quercia. Lei sโammorbida mantenendolo fermo. Lโuomo va nutrito, nellโantica saggezza. Colazione, barba, doccia, caffรจ e la prima sigaretta. Qualche news alla tivรน. Ci pensa lei a tenere dโocchio, con le sue pupille acute da riccio porcino, il caravanserraglio che trapassa tutto intorno. Pranzo, una fetta di torta di riso, Sangiovese, caffรจ, grappa. Ah Igor-Norbert-Ugo, comโรจ dura la guerra, ma tu resisti. E resisti. Resisti. La jungla รจ fitta… e allโora del vespero, che giร le cicale annunciano, tu la guardi Igor e lei ti vede. ร appena rientrata dal pollaio, dalle stalle, dallโaia. Sta lรฌ, nella cornice della porta irrorata dal sole di maggio. Fissi nel controluce il porto tra le valli. Spegni la sigaretta. Lei mette il catenaccio. Sali, Igor, sali i gradini alla stanza. Senti che lei apre il frigo. Scarteggia un ricciolo di burro. Poi entra e chiude la porta. Sei lรฌ. Le canape hanno il profumo profondo di carne e lavanda. Un abisso. La jungla di Igor. E un giorno lei ti ucciderร .
E.T.