MILANO “Quella del 2008 non è stata una crisi finanziaria, è stata la prima crisi della globalizzazione. Non era difficile prevedere che quel meccanismo si sarebbe rotto e così è stato. I prezzi vengono livellati su quelli dell’Asia ma i costi della vita restano quelli occidentali”.
Dopodichè “Il meccanismo dei subprime regge alcuni anni, poi crolla. Sono gli effetti della scelta folle di spostare di colpo la fabbrica in Asia e i consumi in Occidente. La scelta della globalizzazione andava fatta in tempi più lunghi e saggi e invece è stata sincopata in pochissimo tempo”. Così Giulio Tremonti, già ministro dell’Economia e delle Finanze, presidente Aspen Institute Italia, intervenendo ieri alla convention di Fratelli d’Italia al Mico di Milano.
Quello, ha proseguito, era “il momento in cui introdurre regole nell’economia globale o lasciare l’economia in mano alla finanza.
La Global legal standard era stata la proposta del governo italiano ma vinse il Financial Stability board. Da allora non c’è stata financial stability, che non ha funzionato, da allora sono passati alla creazione di denaro dal nulla”.
“L’Italia è un paese fondatore dell’Europa, lo è stato, lo è e lo sarà. C’è stato un lapsus freudiano del presidente del Consiglio nel chiedere la fiducia al Senato, ha detto che l’Italia è un socio fondatore, questo è un lapsus freudiano, si è dimenticato di dire che dal suo punto di vista è un socio di minoranza”.
”Oggi non è la fine del mondo, ma certo è la fine di un mondo. La fine di quel mondo globale che per tre decenni si è sviluppato ruotando sull’asse ideologico del mercato…”, ha aggiunto.