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La Chiesa dell’Assunta di Magenta pronta a tornare agli antichi splendori

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Per il recupero totale, servono un milione di euro. A fine gennaio partono i lavori, con un primo intervento stimato da 150 mila euro

MAGENTA – “Attenzione, attenzione, cercansi con urgenza 150 mila euro per far partire i lavori di restauro della Chiesa dell’Assunta”. Abbiamo incontrato Paolo Bertoglio, presidente dell’Associazione Pietre Vive Onlus, per fare il punto della situazione circa lo stato dell’opera di questa coraggiosa intrapresa avviata lo scorso anno in settembre. Con Bertoglio tra i ‘padri fondatori’ dell’associazione, Francesca Lara Monno e il marito Fabrizio Ispano. I due professionisti, uniti nella vita e nel lavoro, si stanno facendo carico di una importante opera di studio e progettazione per riportare il Santuario agli antichi splendori. “Magenta è ricca di monumenti – esordisce l’architetto Monno – noi ci mettiamo parecchia passione in quello facciamo. Auspichiamo che tutti i cittadini si sentano parte di questa missione. E’ un patrimonio che non può e non deve essere disperso”. A gennaio, al più tardi ai primi di febbraio, si apriranno i primi cantieri.

“Partiremo dal tetto – spiega Bertoglio – è perché davvero ammalorato. Ci sono infiltrazioni assai significative. Quindi – dice Bertoglio – vedremo di portare fuori i pluviali. Faremo tutta la parte d’impiantistica, quindi, gli affreschi murari”. Complessivamente, l’intervento dovrebbe avere un costo che si aggira attorno al milione di euro. Mentre la tempistica dovrebbe essere attorno ai 24/36 mesi di lavori. “Stiamo volutamente larghi – osserva la Monno – perché in un intervento del genere molto viene a galla cammin facendo, così come è già stato, per certi versi, durante questo anno di studio e contatti serrati con la Sovraintendenza”. Si diceva, appunto, di questi primi e più dodici mesi.

“Abbiamo elaborato uno studio per un progetto di recupero conservativo del Santuario, c’è stata un’analisi sulle murature, oltre che l’utilizzo del georadar per capire fino a che livello si è spinto il grado di umidità”. Insomma, una situazione da ‘lavori in corso’ che ha consentito di scoprire come nei lavori eseguiti tra il ’37 e il ’39 del secolo scorso, le murature furono capottate completamente. “Abbiamo fatto dei saggi di pulitura – aggiunge Ispano – è probabile, quindi, che il problema delle perdite che poi non è stato certo risolto, ci fosse già allora”.

I lavori di queste settimane hanno fatto riemergere anche il pavimento originario, decisamente più nobile quanto a materiale. “Un particolare tecnica a midoni – rivela la Monno – che abbiamo trovato in un’altra proprietà magentina”. L’Assunta oltre ad essere un piccolo tesoro storico artistico è uno scrigno di misteri. Nell’antico monastero dei Celestini, infatti, ci sono le tombe di alcune famiglie nobili magentine: Lomeni, Borri, Palazzi, Crivelli, la congregazione di San Giuseppe. E poi il legame speciale con la famiglia milanese dei Melzi e le due tavole, autentici gioielli, del Bergognone. Insomma, l’Assunta è un patrimonio di storia unico da preservare per l’est Ticino.

 

“Certo – chiosa Ispano – è necessaria un’opera educativa forte. E’ per questo che contiamo nei prossimi giorni d’installare all’interno della Chiesa una serie di pannelli illustrativi, così far comprenderne al meglio il valore delle singole cappelle e degli affreschi contenuti”.
F.V.

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