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Jason Boland & The Stragglers – “The Light Saw Me” (2021) by Trex Roads

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Tanti amici dopo aver letto le mie recensioni in questi mesi, mi hanno spesso chiesto dei generi che nominavo spesso. Quelli che qui ignoriamo proprio, forse perchè sono così tanto legati al territorio. Ecco uno di questi generi, il red dirt, è forse fra le branche del country quello che in Italia (ed in genere in Europa) è meno conosciuto. Anche negli Stati Uniti è un genere che all’inizio era suonato e amato alla follia solo in Oklahoma e in Texas, in pratica nei due stati dove è nato e ha fatto presa sulla gente. E’ un genere che ha creato delle leggende, dei culti veri e propri, artisti che hanno scosso le fondamenta con il loro country, fra il country classico e il rock, fra la malinconia e la ribellione.
 

Ecco in questa fine 2021 abbiamo assistito a due eventi che hanno riportato i riflettori della musica americana su questo genere e i suoi eroi, ed ha scosso gli animi dei fans : primo l’annuncio della reunion dei Turnpike Troubadours, una delle band più importanti del genere e direi anche di tutta la musica americana contemporanea e poi il ritorno con un album nuovo di zecca dei Jason Boland & The Stragglers, questo The Light Saw Me.

 

Questa band da indipendente ha raggiunto un successo veramente notevole, un successo che ha anche attraversato l’oceano, 9 dischi (10 con questo) e due dischi dal vivo che hanno lasciato un segno indelebile nel country americano e hanno creato un culto vero e proprio per questa band nata in Oklahoma ma con le radici ben piantate anche in Texas. Dall’esordio con Pearl Snaps del 1999 ne è passata di acqua sotto i ponti, ci sono stati capolavori, dischi che hanno sfondato le classifiche di genere, tantissimi live che hanno messo a ferro e fuoco i locali e i live clubs.

Non ci sono mai stati album di maniera, album registrati tanto per sfruttare la fama e continuare a vivere di rendita. Tutti i dischi devono essere scoperti dal primo all’ultimo, Jason Boland è un grande autore e la sua una band coi fiocchi.

The Light Saw Me è un album che in mano ad un artista non dal talento sopra la media, avrebbe rischiato di schiantarsi ancora prima di decollare. Sembra un’idea folle per un disco di red dirt immaginare la storia di un cowboy texano del 1890 che rapito dagli alieni si ritrova nel Texas degli anni ’90, ma Boland non solo ci regala un disco originale ma anche uno dei più bei dischi degli ultimi anni. Coraggioso, originale e suonato alla grande. Menzione anche per la fantastica produzione del figlio di Waylon, Shooter Jennings che ormai è un fuoriclasse della console di produzione (aveva già co-prodotto Jason Boland nel suo Dark & Dirty Mile del 2013 e proprio da quel disco aveva iniziato questa sua carriera parallela.)

 

Il disco parte a razzo con Terrifying Nature, un pezzo che sembra quasi rock progressive nella sua intro, un pezzo che ci fa entrare in maniera impensabile in questa pazza storia immaginata da Boland ma poi vira verso un country dal groove irresistibile e ci sentiamo subito di dare il bentornato a questa band dal talento sconfinato.

La title-track ha un ritmo coinvolgente, come gli inni degli Stragglers del passato e la storia di questo cowboy rapito comincia a prendere forma, è un rock dal sapore quasi elettronico ma dall’anima molto red dirt.

Tornado & The Fool è uno splendido country dal sapore texano, una bella cavalcata con il violino sugli scudi e Here For You invece è una ballata intensa e ed emozionante, ma è con le successive Transmission Out e Transition In che la storia di questo cowboy rapito prende forma. E dal 1890 si ritrova catapultato in questo futuro anni ’90 che non capisce.

Il suono diventa quasi un country proprio di quegli anni, Future ci introduce in questo mondo così folle per un uomo del 1800, un concept che può essere anche una sorta di scuse per parlarci di amori perduti, di viaggi della vita e soprattutto di solitudine.

Straight Home è un pezzo dal sapore western, dall’anima malinconica, un pezzo a cui la pedal-steel sullo sfondo da ancora più enfasi, quasi cinematografico. La voce di Boland piace sempre, intensa ed evocativa e in questo disco si conferma alla grande.

Il disco verso la fine ci regala una vera chicca, una cover di Restless Spirit di Bob Childers, una vera leggenda della musica folk in Oklahoma, uno dei padri putativi del red dirt.

Oltre ad essere un pezzo meraviglioso, è notevole anche constatare come un brano scritto da qualcun altro, con nessun riferimento o connessione con questo concept, si incastri alla perfezione in questo puzzle e con il suo testo sull’amore perduto sia perfetto per la storia di questo viaggio nel tempo.
Un disco che scorre via e che non annoia mai, una storia intensa, folle e così profonda che va assaporata. Non solo belle canzoni ma una storia che affascina e rapisce l’ascoltatore, un’abilità da narratore non solo di grande cantautore. Un lavoro che avrebbe potuto naufragare non solo per la particolarità della sua storia ma anche per la sua genesi fortemente influenzata dai problemi di questi due anni. Per fortuna tutto è andato in porto e ci sentiamo di dare il bentornato ad un grande artista e alla sua splendida band.
 

Il red dirt e tutta la musica americana avevano bisogno anche di loro e ora i fortunati fans che potranno vederli dal vivo, li aspettano nella nuova tournée che partirà ovviamente da dove tutto è cominciato in Oklahoma, la Cain’s Ballroom a Tulsa.

Ascoltateli con attenzione, lo meritano e se non li conoscete, sicuramente dopo questo disco vorrete scoprirli. Se amate il country e la musica americana non possono mancare nella vostra playlist, così come questo disco non può mancare nella playlist delle migliori uscite di questo 2021.

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/the-light-saw-me-jason-boland-the-stragglers-2021-english/

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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