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Italrugby: che occasione persa, col Galles- di Teo Parini

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Disastro azzurro, stavamo facendo un bel sogno ma ci siamo svegliati tutti sudati. La delusione è palpabile. Quella di ieri non era una partita del Sei Nazioni, era la partita più importante di tutto il 2023, mondiali inclusi.

Era la famigerata prova del nove di tommasiana memoria, il momento di dare conferma dei progressi esibiti nelle precedenti giornate e, soprattutto, di dimostrare di saper affrontare con il giusto piglio un match da (quasi) favoriti in cui hai tantissimo da perdere. Perché una cosa è dare di te la migliore versione possibile quando la sconfitta sarebbe indolore e un’altra è farlo quando la pressione è tutta sulle tue spalle e, pertanto, tutto ciò che non è vittoria significa notte fonda. Sono due sport differenti e il secondo ci ha respinti senza appello.
Il Galles sceso a Roma – occorre dirlo – era davvero pochissima cosa ma, a differenza nostra, ha la capacità nei periodi di magra di badare all’essenziale, via i fronzoli e dentro tutta la sostanza che c’è. Rugby povero e sparagnino, niente concessioni al bello, niente regali. Senza fare nulla ci hanno fatto a pezzi, attendendo gli obbrobri azzurri, e ce ne sono stati molti, per passare all’incasso senza nemmeno sudare. Si chiama esperienza, peculiarità che non si compra al supermercato ma che un movimento metabolizza in anni di battaglie. Il piede di Webb, incessante, ha dilaniato i nostri piani di gioco già resi tremolanti da una fottuta paura che il body language dei nostri palesava senza sconti. Così la stessa Italia spregiudicata, quasi Champagne, che per un pelo non batte l’Irlanda due settimane fa torna ad essere per un pomeriggio il cantiere incompiuto degli ultimi dieci anni. Errori dilettanteschi, occasioni sprecate, indisciplina, scelte incomprensibili. Frittata fatta, sconfitta meritata, cucchiaio di legno in arrivo (in Scozia finirà molto male) e la sensazione sgradevole di esserci risvegliati assai meno attrezzati per certi livelli di eccellenza rispetto a quanto, invece, speravamo di essere.
Stare a parlare di prestazioni singole non ha molto senso perché c’è davvero poco da salvare ma per un minimo di bilancio un paio di aspetti è doveroso sottolinearli. Abbiamo un problema in mediana dove Varney e Fusco non danno solide garanzie, per usare un eufemismo. L’infortunio di Capuozzo, il nostro uomo migliore, ha messo a nudo l’assenza di alternative nel ruolo perché lo spostamento di Allen a estremo non è funzionato a dovere. Bruno, all’ala, è volenteroso e vive di fiammate talvolta anche spettacolari ma mentalmente non appare ancora pronto per questi match dove tutto è sangue e merda, infatti ha perso la testa lasciandoci in 14 quando un minimo di rimonta appariva possibile oltre ad aver regalato una meta in avvio. E senza Ioane, indisponibile, diventa un casino. Peccato per la giornataccia di una garanzia come Cannone, capita, ma il lato positivo è la conferma di Negri che anche ieri ha dimostrato di valere un posto nel miglior quindici del torneo. Menoncello schierato centro è forte e diventerà fortissimo quando i caps gli conferiranno ulteriore competenza. Solido Ruzza in touche, un po’ meno Bigi quando subentra a Nicotera. Molto interessanti, infine, gli ingressi forse tardivi di Zuliani e Iachizzi, due giovani da prendere maggiormente in considerazione per l’ultima partita di Edimburgo.

Per finire, c’è anche da dire una cosa a parziale, molto parziale, discolpa degli azzurri. Anzi due. La prima è la conferma implacabile di una legge non scritta ma intramontabile dello sport per la quale, nelle giornate storte, tutto ciò che di brutto può capitare si verifica puntualmente. Insomma, ieri è davvero girato tutto storto e la meta concessa in avvio per non aver saputo gestire una palla innocua poi finita per cadere a metà strada tra due dei nostri, intenti a guardarsi spaesati ne è triste paradigma. La seconda è l’annosa questione degli arbitraggi che, per non eccedere nel vittimismo pallonaro, possiamo definire aprioristicamente ostili. Nel dubbio, il braccio finisce sempre per indicare la metà campo avversaria, il trattamento riservato agli ospiti a quanto pare nemmeno troppo graditi di una manifestazione impermeabile alle più recenti e popolari frequentazioni che continua a essere spocchiosa nobiltà rugbistica.

Manca ancora un incontro. Non serve farsi troppe illusioni perché questa Scozia appare decisamente fuori portata. Per salvare il salvabile ci si potrebbe accontentare, sempre perché nel rugby non ci si inventa nulla dalla mattina alla sera, di una prestazione ordinata nella quale il numero degli errori gratuiti è contenuto all’osso. Perdere perché l’avversario si dimostra in grado di fare più cose è cosa infinitamente migliore di farlo perché ci si dimostra inadeguati alla situazione. Sconfitte pedagogiche sono il prezzo da pagare al gap che ancora ci separa dal gotha della disciplina. Se saremo disposti a pagarlo nella maniera più corretta avremo la possibilità di toglierci qualche soddisfazione perché non è la giornataccia di ieri a cancellare i tanti progressi compiuti nell’era Crowley.

di Teo Parini

TABELLINO: ITALIA-GALLES 17-29(parziale 3-22)

Marcatori: Primo tempo:6’ cp. O. Williams (W); 8’ m.Dyertr. O. Williams (W); 15’ cp. Allan (I); 17’ m. L. Williams; 34’ meta tecnica (W).Secondo tempo:42’ m. Negri tr. Allan (I); 50 m Faletautr O. Williams (W); 67’ m Brextr. Allan (I).

Formazioni:

ITALIA: Allan; Padovani, Brex, Menoncello, Bruno; Garbisi P., Varney; L. Cannone, Lamaro (capitano), Negri; Ruzza, N. Cannone; Ferrari, Nicotera, Fischetti. A disposizione: Bigi, Zani, Riccioni, Iachizzi, Pettinelli, Zuliani, Fusco, Morisi(C.T.: K. Crowley).

GALLES: L. Williams;Adams, Grady, Hawkins, Dyer; O. Williams, Webb; Faletau, Tipuric, Morgan; Jenkins,Beard; Francis, Owens (capitano), Jones. A disposizione: Baldwin, Thomas, Lewis, Davies, Reffell, T. Williams, North, Rees-Zammit (C.T.: W. Gatland).

Arbitro: Damon Murphy(Australia)

Player of the match: RhysWebb (Galles)

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