Ispra: i droni di Putin ci spiano. Aperto fascicolo per spionaggio politico e militare

Ha sorvolato nelle scorse settimane per cinque volte sopra il Joint research center della Commissione europea a Ispra, in provincia di Varese.

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E’ stato iscritto con l’ipotesi di spionaggio politico o militare con l’aggravante di condotte con finalita’ di terrorismo il fascicolo sul caso del drone di sospetta origine russa che avrebbe sorvolato nelle scorse settimane per cinque volte sopra il Joint research center della commissione europea a Ispra, in provincia di Varese.

Lo si apprende in ambienti giudiziari. Nel pomeriggio gli inquirenti della sezione distrettuale antiterrorismo della procura di Milano e il Ros dei carabinieri si incontreranno per una riunione operativa.

Il fascicolo, coordinato dal pm Alessandro Gobbis e dall’aggiunto del pool antiterrorismo Eugenio Fusco della Procura guidata da Marcello Viola, è stato aperto stamani, a carico di ignoti, per “spionaggio politico o militare”, reato che punisce “chiunque si procura, a scopo di spionaggio politico o militare, notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell’interesse politico, interno o internazionale, dello Stato, debbono rimanere segrete”. Pena prevista non inferiore ai 15 anni e che arriva fino all’ergastolo “se il fatto è commesso nell’interesse di uno Stato in guerra con lo Stato italiano” o “se il fatto ha compromesso la preparazione o l’efficienza bellica dello Stato, ovvero le operazioni militari”.

Contestata anche l’aggravante della finalità di terrorismo per condotte che “possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale”.
Nella prima segnalazione arrivata nei giorni scorsi dal Joint research centre dell’Ue ai carabinieri si parla di cinque sorvoli in un mese e di un drone di sospetta fabbricazione russa. Già dai primi accertamenti, comunque, pare che quei sorvoli siano stati telecomandati da una distanza non eccessiva rispetto al centro di ricerca. Le indagini e le prime attività dei carabinieri del Ros per ricostruire quelle presunte attività di spionaggio sono in corso.

Nel pomeriggio in Procura ci sarà una prima riunione operativa tra inquirenti e investigatori. Al momento non sono emersi collegamenti con un altro fascicolo del pm Gobbis, che nelle scorse settimane ha chiesto il rinvio a giudizio per due imprenditori di 34 e 60 anni titolari di una società immobiliare in Brianza che si sarebbero messi a disposizione, anche in cambio di criptovalute, per una presunta attività di “spionaggio” per l’intelligence russa, dopo contatti via Telegram

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