Isole di calore: ecco dove trovare qualche grado in meno e chi rischia di più nella Città metropolitana di Milano

Una piattaforma al servizio del territorio e della prevenzione: ecco come leggere le mappe del calore nell'area metropolitana

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Quanto caldo fa nella nostra Città metropolitana di Milano? E dove sono le isole di calore in cui la temperatura supera di anche tre gradi quella media del territorio? Si può scoprire grazie al portale Territori resilienti ( https://www.cittametropolitana.mi.it/Territori_resilienti/ ) messo a punto dalla direzione Ambiente e Tutela del Territorio dell’ente di area vasta, e a disposizione, per la consultazione, di cittadinanza e Pubbliche Amministrazioni.

Sono stati collezionati i dati, provenienti dai satelliti Landsat 8 e Modis Aqua e Terra della NASA, relativi alle notti più calde degli ultimi 4 anni, fissando una temperatura notturna media minima: le variazioni positive rispetto a tale temperatura di riferimento sono definite anomalie termiche.

La piattaforma, che rappresenta le anomalie termiche e i valori di runoff (ruscellamento), è stata sviluppata tramite il sistema Decimetro, messo a punto dalla stessa Città Metropolitana di Milano, ed è facilmente consultabile con un clic: chiunque può visualizzare i dati, interagirci mediante query guidate, salvare e scaricare le informazioni, anche su mobile.

In vista dell’ondata di calore prevista per questi giorni, la piattaforma vi permette di individuare le isole di calore del territorio, i punti in cui trovare un po’ di refrigerio, ma permette anche di avere un quadro della popolazione sensibile.
Tre le mappe consultabili:

Anomalie termiche: evidenzia le isole di calore, ossia aree urbane in cui il caldo si disperde con maggiore difficoltà: dalla mappa emerge come le maggiori isole di calore si concentrano in zone meno permeabili, più pavimentate, urbanizzate e lontane da parchi, mentre la temperatura scende in prossimità di zone boschive. Nei parchi della città metropolitana il valore è zero, ossia non ci sono anomalie e si usa come valore di riferimento. Non troviamo refrigerio, però, diversamente da quanto immaginabile, vicino a laghi o serbatoi d’acqua come idroscalo, perché tendono di notte a rilasciare il calore accumulato di giorno.

Popolazione sensibile: persone al di sotto dei 9 anni e al di sopra dei 70 nel territorio metropolitano, secondo i dati Istat.

Indice di rischio: rapporta la popolazione sensibile rispetto alla presenza di anomalie di calore; individua le sezioni con un’alta densità di popolazione sensibile nel cui territorio le isole di calore risultano maggiormente significative. Il dato è espresso da 1 a 5 dove 5 è la classe in cui il rischio è maggiore nella Città metropolitana di Milano.

Alcune simulazioni, effettuate tramite i sistemi, ci dicono che:
in media la temperatura notturna è mediamente più alta di 2,2 gradi in più nelle zone urbane, con picchi di quattro gradi a Milano (piazza Repubblica, Duomo…) e nella prima cerchia e livelli tra + 2 e +1 gradi, man mano che si esce dal capoluogo.
sovrapponendo la mappa delle isole di calore, con quella dell’albedo (potere riflettente di una superficie), si evince come le zone urbane, più pavimentate e meno permeabili siano anche quelle in cui si concentrano le isole di calore più intense.
La mappa dell’analisi del rischio mostra come siano 316mila le persone più esposte e sensibili per un rischio da 3 a 5; 125mila euro si se considera la fascia di rischio 4-5.

Spesso l’incidenza è in zone periferiche del capoluogo o della prima cinta milanese, mentre non emerge in zone industriali o più legate al terziario dove non risulta risiedere un’alta percentuale di popolazione sensibile.

Nell’ambito del progetto Indicami, in collaborazione con Fondazione Osservatorio Meteorologico Milano Duomo ETS , sono poi stati elaborati degli indicatori climatici comunali, calcolati come valori statistici riferiti ad un periodo decennale, che forniscono utili dati di contesto, come la sommatoria, estesa ad un periodo convenzionale (15 ottobre – 15 aprile) delle sole differenze positive tra la temperatura dell’ambiente, fissata a 20 °C, e la temperatura media esterna giornaliera, Comune per Comune.

Se, quindi, si può dire che in questo e nei prossimi mesi farà molto caldo, nella Città metropolitana di Milano, a causa delle isole di calore, possiamo ugualmente affermare che non farà caldo allo stesso modo ovunque, specialmente di notte.

Perché è importante studiare l’isola di calore notturna? Perché di notte ci si aspetta che il nostro territorio, non essendoci irraggiamento diretto del sole, si raffreschi velocemente. Questo succede in maniera efficace nelle aree aperte e piene di verde (che di notte sono più fredde anche di 6 gradi rispetto al giorno), mentre le superfici urbane di notte continuano a rilasciare il calore assorbito durante il giorno, mantenendo le temperature elevate (a volte la differenza di temperatura tra giorno e notte in città è anche inferiore ai 2 gradi) e riducendo il raffrescamento notturno, il che può portare a ondate di calore più intense e prolungate, con impatti negativi sulla salute, specie per le fasce più vulnerabili.

Disponiamo, quindi, di uno strumento che permette una lettura climatologica del territorio, per valutare azioni di prevenzione da parte degli enti preposti nei momenti più critici, ma anche una fotografia chiara per valutare azioni concrete di mitigazione e contrasto. Proprio sulla base di questo studio, la stessa Città metropolitana di Milano ha pianificato importanti interventi di forestazione, l’utilizzo di soluzioni naturali in contesti urbani e progetti volti a favorire una maggiore sostenibilità ambientale.

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