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Isaac Hoskins – “Bender” (2022) by Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Adoro scoprire nuovi artisti, è come una droga per me, se poi informandomi su di loro scopro che dietro hanno storie interessanti da raccontare, ecco diventa tutto chiaro: devo scriverne.
Ho scoperto Isaac Hoskins come sempre mi capita: tramite un gruppo social di fans della musica indipendente come me. Con il suo Bender è stato amore al primo ascolto, ma la sua storia mi ha fatto esclamare: è lui! il nuovo articolo stava già prendendo forma nella mia testa.

La storia di questo nativo dell’Oklahoma, ma cresciuto musicalmente in Texas è la storia di un barista, un operaio edile, camionista e lavorante in un ranch, la storia di un uomo che ha deciso che il songwriting avrebbe pagato le sue bollette, ma che nel 2020 ha pensato veramente fosse tutto finito con la sua vita fatta di concerti, concerti e concerti.

Dopo aver toccato il fondo e dopo una riflessione di 3 giorni in solitaria nel deserto, Isaac prende la decisione di smettere di bere e comincia a scrivere le canzoni che racconteranno le sue esperienze, l’oscurità e le cose belle e che saranno i 10 pezzi di questo bellissimo disco.

La parta incredibile della sua storia però non è tutta qui, anzi!

La vita si sa è fatta anche di incontri o decisioni che la cambiano per sempre a volte: fortuna, destino, caso…chiamatelo come volte. Ecco, per Hoskins questa fortuna bussò alla porta una sera del 2019 quando si stava esibendo al Mercury Motor Lounge di Fort Worth, Texas, aprendo per un altro artista.

 

Mentre stava suonando, racconta, notò una coppia entrare nel locale che spiccava rispetto al resto del pubblico, bellezza, carattere, aura magica, una cosa che non sapeva spiegare, ma che gli ha fatto dire fra sé: “e quelli chi sono?”. Finito il suo set e dimenticandosi dell’accaduto, mentre si sta dirigendo all’esterno per fumarsi una sigaretta e rilassarsi, viene avvicinato da una donna che gli dice che Taylor Sheridan vorrebbe incontrarlo e complimentarsi con lui. Un nome che gli dice qualcosa, ma non riesce a ricordare cosa. Allora mentre fuma cerca il nome su Google e…bam!

Non solo noto per essere stato il vice sceriffo David Hale in Sons of Anarchy, ma creatore e deus ex machina di Yellowstone, la serie tv più acclamata degli ultimi anni e che è famosa per far conoscere al grande pubblico artisti indipendenti che li colpiscono (insomma il lavoro che dovrebbero fare le radio mainstream se non fossero occupate in altro, ndr).

Un incontro che li porterà a diventare amici, Sheridan assumerà Isaac per suonare ad eventi, feste, rodei, fino a quando si arriva alla storia di cui vi ho parlato all’inizio e cioè al nuovo disco.

Hoskins manda a Sheridan il nuovo disco che ne rimane entusiasta e decide di inserire due canzoni nella serie.

La parte incredibile di questo incontro che gli cambierà la vita è che Sheridan e la moglie Nicole Muirbrook avevano sbagliato locale. Cercavano un altro posto dove avevano un appuntamento, ma Sheridan colpito dalla musica di Hoskins aveva deciso di restare.

Ora Hoskins continua la sua vita di fatta di live in piccoli club che gli permettono di mantenere la sua famiglia, ovviamente si augura, e io con lui, che la serie lo possa aiutare a fare il proverbiale botto, come già successo per altri bravissimi artisti comparsi nella colonna sonora più ambita della storia della tv. Lo merita davvero.

Ora veniamo alla parte importante: la musica.

Isaac Hoskins ha registrato il suo terzo album al The Finishing School di Austin, Texas affidando la produzione a Gordy Quist, musicista della band texana The Band of Heatens.

Proprio Quist ingaggia una band di livello altissimo per le registrazioni e lo sentirete in questi 10 pezzi di country venato di rock da strada, come negli anni ’70 dove chi suonava questo tipo di musica era chiamato outlaw (fuorilegge).

Le sue canzoni parlano alla gente semplice, ai lavoratori, ai cowboy con jeans e i capelli polverosi, non ci sono lustrini o premi da ritirare alla fine della giornata.

Basta premere play e parte H-Town Turnaround e gli speaker sono invasi da una musica country con un carattere rock, la chitarra di Geoff Queen è sporca, è country polveroso e la voce di Hoskins è piena, potente, intensa. Signori e signori il country è proprio questo e il pezzo è stato quello che mi ha convinto a non staccarmi più da questo disco. Gli assoli sono poi la ciliegina su questa torta dal sapore anni ’70.

Back to the Saltmine è un delizioso honky-tonk, un sapore vintage che piace moltissimo e le sue storia sono di vita vera e dura. Il lavoro della band di supporto è eccezionale, l’intreccio fra chitarra e il violino di Noah Jeffries è bellissimo.

Non ci sono pezzi che stancano, bellissima e cinematografica Panhandle Wind, dall’anima rock, di quel rock che ascolteresti su una decappottabile sfrecciando su una immensa highway americana, My Memory con la sua anima malinconica, dove la pedal-steel di Geoff Queen dipinge suoni provenienti dal passato glorioso del country. La voce di Isaac Hoskins è così espressiva ed emozionante, passa dal rock alla ballata con la stessa intensità e poi arricchisce la successiva Harder Than The Blues, dove i cori, la pedal-steel e la chitarra ci accompagnano in questo pezzo così dannatamente vintage, ma anche moderno. Si balla malinconicamente sulle assi di un polveroso saloon sperduto nel Panhandle. L’assolo di violino e pedal-steel è emozione pura, come quando sulla terra c’erano gli Highwaymen al completo.

The Pistol and the Prayer è un pezzo western moderno, quasi epico. Le chitarre, la voce, la polvere che avvolge il tutto. Bellissimo anche il testo, toccante ed emozionante. Che bella amici! Piccolo capolavoro che non lascerà presto le casse del mio stereo.

Off The Wagon è divertente e scatenata, un honky tonk che potrete ascoltare in Yellowstone, mai banale, un altro pezzo arricchito da una band davvero di livello. Assoli di violino, chitarre, tastiere e violino che si intrecciano e fanno ballare, scatenatevi sulle assi di quel polveroso saloon e applaudite un grande artista.

Un disco davvero divertente ed emozionante, un moderno viaggio nel country degli anni ’70, valorizzato da grandi musicisti e una bellissima voce che interpretano canzoni di un grande cantautore.

Fidatevi ancora una volta di Taylor Sheridan e lasciatevi conquistare da un artista indipendente che merita di essere conosciuto e che sicuramente Yellowstone aiuterà nel suo successo meritato.

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

 

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link: https://trexroads.altervista.org/bender-isaac-hoskins-2022-english/ )

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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