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Inveruno, “Reality shock”: uno spettacolo di denuncia sulle emergenze del mondo- di Francesca Rosti

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E’ andato in scena venerdì 10 marzo al Cinema Teatro Brera di Inveruno “Reality shock – la vera emergenza la scegli tu”, spettacolo che con satira e ironia ha raccontato tre storie di donne dall’Iran, dalla Palestina e dall’Honduras. Storie vere di quotidianità difficile, di arresti arbitrari, frustate, diritti negati, sfratti e divieti stringenti

INVERUNO – Il pubblico si è trovato catapultato nella finzione degli studi di registrazione di un reality show televisivo dove le tre concorrenti hanno condiviso le loro testimonianze drammatiche. Prima i sotterfugi creati dai giovani e, soprattutto, dalle giovani Iraniane per cantare e ballare, vestirsi e ridere liberamente, sfuggendo alle rigide regole della polizia morale che impone loro assoluta riservatezza e morigeratezza. Poi, la paura delle famiglie Palestinesi, con le scarpe indosso anche nel sonno, pronte a essere trascinate via dalle loro case dall’esercito Israeliano. Infine, le gravi violazioni di diritti umani in corso in Honduras, dove il governo appoggia gruppi paramilitari per sedare le proteste popolari contro la povertà dilagante.

Il tutto è stato raccontato con una tale leggerezza, ironia e comicità propri delle commedie, che non hanno risparmiato risate di gusto dal pubblico in teatro.
A fare da cornice a questa scena, nel freddo contesto del programma televisivo, la conduttrice che suggeriva alle concorrenti di essere più tragiche e piangere di più, con lo scopo di attirare quanti più spettatori possibili da casa. Questo sfondo strideva con il tema serio dei racconti delle tre giovani donne, dando un effetto grottesco alla rappresentazione.
Lo spettacolo si è concluso con una immagine forte. Le tre concorrenti, in piedi su di un trespolo, vengono investite da palline di plastica – lanciate dal pubblico – che a luci basse hanno dato la spaventosa impressione di essere pietre. Una “lapidazione” per la sola colpa di essere nate sotto determinati regimi, di essere donne e di aver denunciato le brutalità subite.

È stato questo il momento di scontro con realtà, da parte degli spettatori: dopo aver lanciato qualche pallina – come indicato dalle maschere in sala – avendo preso coscienza della scena, le persone si guardavano stranite, reticenti a lanciare altri oggetti. Un senso di colpevolezza, forse per non aver dato sufficiente ascolto, troppe volte, a storie come quelle delle tre donne in gara.
Il risultato? Uno spettacolo divertente e piacevole, ma che con questa trovata finale è piombato sulle coscienze del pubblico in teatro come un macigno. Senza lasciare altra possibilità se non quella di riflettere su realtà geograficamente lontane dalla nostra, ma verso le quali vale sempre la pena rivolgere uno sguardo.
Grazie anche alla collaborazione con Amnesty International, A.N.P.I – ente organizzatore dell’evento – è riuscito a dare spazio a tre spaccati di vita attuali e autentici che ci spingono a chiederci cosa potremmo fare per aiutare coloro che, come le concorrenti del reality, vivono quotidianamente vite costrette e non libere.

A cura di Francesca Rosti

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