Sono stati riconosciuti passi avanti significativi nella gestione dei biglietti, nelle black list dei tifosi pericolosi, nella presenza rafforzata degli steward nelle curve di Milan e Inter e nell’avvio del sistema di riconoscimento facciale. Tuttavia, è necessario consolidare modelli organizzativi efficaci non solo nell’immediato, ma anche in prospettiva futura. È quanto emerge da una riunione che si è svolta in Prefettura a Milano.
Al tavolo erano presenti i presidenti dei due club milanesi, Paolo Scaroni per il Milan e Giuseppe Marotta per l’Inter, insieme al prefetto Claudio Sgaraglia, ai vertici delle forze dell’ordine, al procuratore di Milano Marcello Viola, all’aggiunto della DDA Alessandra Dolci e al procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo. L’incontro rientra nel procedimento di prevenzione avviato oltre un anno fa nell’ambito dell’inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nel mondo ultras rossonero e nerazzurro e sugli affari che gravitano attorno all’indotto economico dello stadio di San Siro.
I magistrati sono in possesso di una serie di relazioni tecniche – finora non condivise con i club – redatte dai consulenti della Procura, che evidenziano le principali criticità nel rapporto tra società sportive e gruppi ultras. Il vertice odierno rappresenta una tappa intermedia del processo avviato per eliminare tali fragilità e prevenire il ripetersi delle dinamiche emerse nell’inchiesta.
Tra gli interventi ritenuti più efficaci figurano i ticket nominali, le revoche di centinaia di abbonamenti dopo le segnalazioni degli organismi di vigilanza interni e la presenza definita “diffusa” degli steward nelle curve. Per quanto riguarda il riconoscimento facciale, ancora non pienamente operativo, la gestione è stata affidata esclusivamente alle forze dell’ordine per ragioni di privacy e tutele legali.
I club hanno inoltre assicurato che, con l’eventuale realizzazione del nuovo stadio, sarà strutturalmente impossibile per i tifosi spostarsi liberamente da un settore all’altro dell’impianto, riducendo così le zone grigie che hanno favorito alcune condotte contestate negli anni. Milan e Inter hanno anche rivolto ai propri calciatori e dipendenti una serie di sollecitazioni a evitare frequentazioni “inopportune” o “improprie” con i capi ultras, come emerso in diverse indagini, pur non potendo imporre obblighi o divieti formali.
La riunione è stata convocata dal Prefetto di Milano. Al momento non è stata fissata una nuova data, ma il procedimento non è considerato concluso. La Procura ha ribadito che resta indispensabile che i club si dotino di modelli organizzativi solidi e lungimiranti, capaci di prevenire il riproporsi delle dinamiche emerse nell’inchiesta “Doppia Curva”, scaturita da episodi di omicidio e tentato omicidio e sfociata in contestazioni che vanno dall’associazione a delinquere all’agevolazione di cosche calabresi, fino ad accuse di accesso abusivo a sistemi informatici, rissa, percosse, lesioni, violenza privata e corruzione.




















