“Per la droga a Milano comanda la Calabria? La città è piena, lo sai anche tu che c’è una domanda e un’offerta pazzesca. Ma perché non la legalizzano…” risponde così Massimiliano Mazzanti, soprannominato ‘spara spara’ e presunto narcotrafficante legato a Nazzareno Calajò, ‘ras della droga’ del quartiere Barona di Milano e attualmente detenuto con una condanna a 17 anni di reclusione, in occasione di un colloquio con Klaus Davi.
Incalzato dal giornalista italo svizzero circa i suoi rapporti con Calajò Mazzanti risponde: “Lui abita qui ma non si parla di affiliazione, si parla di giovani ragazzi che versavano in cattive condizioni economiche, per colmare il disagio abbiamo agito, diciamo, in maniera errata”. Mazzanti ha anche parlato di Luca Lucci, capo della curva del Milan, indagato nell’ambito dell’inchiesta ‘Doppia curva’ e il suo antagonista Giancarlo Lombardi: “Io non li conosco, secondo me a Lucci daranno 20 anni”.
In merito al tentato omicidio di Enzo Anghinelli Mazzanti respinge ogni addebito: “Non sono assolutamente l’attentatore di Enzo, non ero con Cataldo quel giorno. Anzi, le svelo una cosa. Sono andato all’ospedale in cui era ricoverato, sono entrato dal retro e sono andato a chiedere ai punti informativi di Anghinelli. La cartella clinica era oscurata. A distanza di tempo sono andato al suo condominio e ho lasciato una lettera al portiere con parole di vicinanza e affetto”. Interrogato sul suo possibile pentimento Mazzanti ribadisce: “Di che cosa mi dovrei pentire?(